La scheda di DdC: ecco cosa cambia dopo il ddl intercettazioni - Diritto di critica
Oggi la Camera ha dato il via libera al maxiemendamento sulle intercettazioni. I sì sono stati 318, mentre 224 sono stati i voti contrari (tra questi mancano 21 ‘franchi tiratori’ dell’opposizione che hanno appoggiato il Governo). Questo emendamento è oggetto di forti contrapposizioni tra maggioranza e opposizione, e sta scatenando un putiferio anche sul web. Di seguito riportiamo le nuove norme che verranno introdotte dal ddl.
a cura di Simone Pomi ed Emilio Fabio Torsello
- Si parte da un cambiamento sulle modalità di autorizzazione delle intercettazioni. Saranno 3 giudici e non più uno a decidere se concederle, e solo «quando si riscontrino gravi indizi di colpevolezza e l’intercettazione è assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione dell’indagine». Per mafia e terrorismo bastano invece i «sufficienti indizi di colpevolezza». Anche per le registrazioni audiovisive, autorizzate solo se c’è il «fondato motivo di ritenere che nei luoghi ove e’ disposta si stia svolgendo attività’ criminosa». La legge, inoltre , mette un limite di tempo, con annessa proroga qualora siano emersi nuovi elementi (30 giorni +15 e 40 + 20 per mafia).
- Le intercettazioni per indagini contro ignoti vengono autorizzate solo se la persona offesa ne fa richiesta.
- Le intercettazioni di un’indagine non potranno essere usate per altri procedimenti. Questa regola non vale per mafia e terrorismo.
- Le intercettazioni ambientali saranno possibili solo nei luoghi in cui vi è motivo di ritenere che si sta compiendo un’attivita’ criminosa. Nei procedimenti di mafia e terrorismo, però, l’ascolto delle comunicazioni fra presenti è consentito anche se non vi è motivo di ritenere che si stia svolgendo l’attività criminosa.
- Le spese vanno segnalate e trasmessa ogni 31 marzo, per essere valute e controllate.
- «E’ vietata la pubblicazione anche parziale o per riassunto o del relativo contenuto di atti di indagine preliminare nonché di quanto acquisito al fascicolo del pubblico ministero o del difensore, anche se non sussiste più il segreto, fino a che non siano concluse le indagini preliminari, ovvero fino al termine dell’udienza preliminare». Non possono essere diffusi nome e immagini del magistrato competente, a meno che «la rappresentazione dell’avvenimento non possa essere separata dall’immagine del magistrato». C’è il divieto di pubblicazione delle intercettazioni per cui è stato ordinata la distruzione: pena da 1 a 5 per il pubblico ufficiale, carcere da 1 a tre anni, che salgono a 8 per i giornalisti, commutabile in una pena pecuniaria fino a 10mila euro. Sono previste multe anche per gli editori.
- Nuova norma anche per gli 007, con richiesta di autorizzazione presentata entro cinque giorni dal procuratore della Repubblica al procuratore generale che chiederà entro un mese il via libera al presidente del Consiglio. Si potrà procedere solo se entro questo arco di tempo il Governo non avrà deciso di porre il segreto. Non e’ comunque in ogni caso precluso all’autorità giudiziaria di procedere – si legge nel testo – in base ad elementi autonomi ed indipendenti dalle informazioni coperte dal segreto. Quando è sollevato conflitto di attribuzione nei confronti del presidente del Consiglio dei ministri, se questo viene risolto nel senso dell’insussistenza del segreto, non puo’ più opporlo in riferimento al medesimo oggetto. Chi rivela notizie su atti o documenti coperti dal segreto relativi ad un procedimento penale viene punito con la reclusione da uno a cinque anni. Pena aumentata – si legge ancora nel nuovo testo del Governo – se il fatto riguarda comunicazioni di servizio di appartenenti ai Servizi.
- Un archivio presso la Procura custodirà le telefonate e i verbali. Ai procuratori generali presso le corti di appello e ai procuratori della Repubblica competenti per territorio il potere di gestione e controllo dei centri di intercettazione e di ascolto.
- Il pubblico ministero potrà chiedere anche i tabulati telefonici, quando vi siano casi d’urgenza. Quando, cioè, vi è fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave pregiudizio alle indagini. Lo potra’ fare per tutti i reati previsti dall’articolo 266 del codice di procedura penale con un decreto motivato e non successivamente modificabile, da comunicare al tribunale entro ventiquattro ore. Il tribunale dovrà, a sua volta, decidere entro 48 ore dal provvedimento se convalidare o meno la richiesta. In caso di mancata convalida, l’acquisizione dei dati non puo’ essere proseguita e i risultati di essa non possono essere utilizzati.
- In caso di fuga di notizie, il magistrato o il pubblico ufficiale responsabili di non avere vigilato sono passibili di una ammenda che va dai 500 ai 1032 euro.
- La Rete. Nel ddl si parla anche di internet. Il testo introduce nel nostro Ordinamento l’obbligo di rettifica di qualsiasi articolo su richieda della persona “offesa” entro 48 ore, pena una sanzione pecuniaria , da 7.500 a 12.000€ per tutti i titolari di “siti informatici”. Si reintroduce anche il reato di istigazione alla disobbedienza civile, con il quale sarà possibile, senza l’intervento della Magistratura, intimidire e zittire qualsiasi voce di dissenso.
Firma l’appello di Repubblica contro il ddl intercettazioni
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il governo favorisce la criminalità con la scusa di tutelare la privacy e favorire la libertà della popolazione, poi in perfetta contraddizione con quello che loro stessi dicono cercano di imbavagliare la rete.
mi pare che oggettivamente questa azione del governo si possa considerare in favore di chi delinque e in punizione per chi indaga.
veramente notevole il fatto che se durante un’intercettazione per un reato ne viene scoperto un’altro l’intercettazione non può essere utilizzata nel nuovo procedimento.
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é un altro ulteriore passo verso una dittatura che stà prendendo piede in maniera di avere il consenso del popolo che tace e acconsente.
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hai perfettamente ragione!!!!dove andremo a finire!!!!
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Sicuramente in un posto meno agiato di quello dove stiamo ora :(
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E’ una roba scandalosa. Hanno raccontato la frottola che in Italia si fanno troppe intercettazioni come se si vivesse in una specie di stato di polizia e come se il Ragionier Rossi rischiasse di essere intercettato da un momento all’altro. Questo per giustificare un provvedimento che assicuri l’impunità ai criminali di governo, di industria e di banche. Ma in Italia c’era una legge già garantista se si considera che l’intercettazione deve essere autorizzata dal giudice al contrario di quanto avviene in altri paesi.
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Che questo decreto sia criticabile è possibile e anche molto probabile, vista la mancanza di credibilità del capo di questo governo.
Tuttavia, non sarei così sicura che il “ragionier Rossi non rischi di essere intercettato da un momento all’altro”. Che l’Italia abbia una legge garantista è poi un’altra affermazione del tutto opinabile, soprattutto se parliamo della fase delle indagini. Non dimentichiamo il caso di Gravina (con tutto il corredo delle intercettazioni interpretate come più faceva comodo), quello dell’l’Una Bomber o dei rumeni di Guidonia, solo per citare i casi più recenti. La sensaizone è che in Italia prima ti arrestano, poi ti sputtanano sui giornali e poi verificano.
Io, pur non sostenendo questo governo, trovo che il fatto che le intercettazioni debbano essere approvate da tre giudici non sia uno scandalo. Perché mai dovrebbe esserlo? è una misura che promuove il controllo dei giudici sugli inquirent, in linea con il principio della parità di accusa e difesa. Venisse applicato anche ad altri casi avremmo forse meno indagini inutili che si risolvono puntualmente in un niente di fatto. La fuga di notizie, invece, mi sembra punita con un’ammenda irrisoria, io vorrei che avesse un impatto sulla carriera di se ne rende colpevole. Trovo invece molto criticabile che non si possa rendere conto (punto 6 della nota) del contenuto degli atti di indagine, perché questo è un elemento che può servire anche alla difesa e lde effettivamente la libertà di informazione. E’ su questo che ci si dovrebbe concentrare anziché disperdere energie. Insomma il dibattito su questi problemi dovrebbe essere molto più articolato e meno ideologico. Gridare allo scandalo rifiutandosi di vedere i problemi che esistono sul fronte della giustizia (e che toccano tanti cittadini) non serve a nulla se non a perdere contatto con la realtà e gli elettori (e i risultati si vedono).
PS in Italia si fanno effettivamente troppe intercettazioni, e si indaga (seriamente) molto poco
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ieri sera memorabile puntata di anno 0, con la coppia ghedini-bersani in forma smagliante -e santoro che finalmente in una occasione li ha messi all’angolo-. è stato ribadito, come scritto nell’articolo, che questo emendamento è stato votato anche da una ventina di “oppositori”: come ha detto ghedini “vorrà pur dire qualcosa”.
il governo è stato eletto democraticamente,una parte dell’opposizione appoggia robe del genere,quindi va bene cosi.
mi pare d’aver capito che uno dei problemi più consistenti per la libertà d’informazione siano le multe agli editori,che saranno salatissime (leggo fino a 370 mila euro a botta su internet,ieri sera mi pareva d’aver udito addirittura 600 mila) in grado quindi di far chiudere un giornale.
ceto non si può dire che questi non mantegano le promesse elettorali… -
refuso: la coppia era ghedini-CASTELLI..bersani fortunatamente è tutt’altro tipo di politico
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