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Diritto di critica | November 22, 2024

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Il Canada delle auto resta a piedi. Fca e GM tagliano 4mila posti di lavoro

Il sud della provincia dell’Ontario, a metà degli anni Duemila, produceva più veicoli dell’intero Stato del Michigan

La città canadese di Windsor conta 300mila abitanti. Si trova appena a sud della statunitense Detroit (le separa un fiume), e come la famosa vicina ha fatto dell’industria automobilistica il suo fiore all’occhiello, con la produzione di Ford, General Motors e Fca-Chrysler. Ma le logiche aziendali e i continui riassestamenti dei colossi delle quattro ruote stanno colpendo duramente questo angolo di Ontario, alla frontiera con gli Usa.

I tagli Fca ha deciso infatti di tagliare un quarto dell’organico dello stabilimento che assembla mini-van di Chrysler e Dodge. Stabilimento sul quale nel 2015 aveva investito ben un miliardo di dollari. Le uscite, previste dal settembre 2019, saranno 1500 (quindi 1500 famiglie coinvolte), per «meglio allineare la produzione alla domanda globale», e arrivano dopo numerose chiusure periodiche della struttura. La fabbrica aveva retto bene persino alla bancarotta della Chrysler, nel 2009, perdendo “solo” qualche centinaio di posti di lavoro, e mantenendo l’organizzazione su tre turni. A pieno ritmo l’impianto, che impiega 6mila persone, sfornava anche 1500 veicoli al giorno, ma la flessione della domanda ha portato alla riduzione di un terzo della produzione.

Vendite in calo Dall’inizio dell’anno, in Canada, le vendite della Chrysler Pacifica e del Dodge Gran Caravan, i modelli costruiti qui, sono calate rispettivamente del 54 e del 24 per cento (per il mercato degli Stati Uniti le percentuali sono intorno al 20). I sindacati locali Unifor incolpano il sindaco Drew Dilkens di non aver fatto abbastanza per evitare questa situazione, mentre il premier dell’Ontario, Doug Ford, si dice preoccupato per l’economia dell’intera regione e promette sostegno alle «migliaia di uomini e donne che ogni giorno lavorano nel settore automobilistico».

Lo stabilimento Fca-Chrysler di Windsor

Il caso di Oshawa La crisi, infatti, non si limita all’area di Windsor. Anche la città di Oshawa (con oltre 200mila abitanti), vicino a Toronto, sta per ricevere un brutto colpo per la sua economia. General Motors licenzierà 2600 persone entro fine anno, come già annunciato nel novembre scorso. La drastica misura fa parte di un ridimensionamento generale del colosso statunitense, che in casa propria chiuderà impianti a Detroit (Hamtramk e Warren), Lordstown nell’Ohio e Baltimora. Ad Oshawa vengono prodotte la Chevrolet Impala e la Cadillac XTS, vetture tradizionali ormai sorpassate, secondo le leggi impietose del mercato, da Suv e pick-up. La cessazione dell’attività dello stabilimento rischia di lasciare inattive, per effetto domino, altre migliaia di lavoratori del settore dei ricambi per auto.

Una crisi emblema mondiale Il sud della provincia canadese dell’Ontario, a metà degli anni Duemila, produceva più veicoli dell’intero Stato del Michigan. Dal 2010 erano stati creati oltre 7mila nuovi posti di lavoro. Oggi è un distretto specializzato che, come in molte zone della stessa tipologia in altri Paesi (Italia compresa), sta perdendo rapidamente terreno: nel caso di Windsor, per esempio, la crescita economica è calata di quasi due punti in soli due anni (dal 3,4 per cento del 2017 all’1,6 previsto per il 2019), e la disoccupazione ha superato il 6 per cento (nel 2017 era al 5).