Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 23, 2024

Scroll to top

Top

Sorpresa Oscar 2019, il miglior film è Green Book . Tutti i vincitori

Gli Academy Awards, come da tradizione, hanno offerto anche in questa edizione colpi di scena, conferme e delusioni, dando preferenza a lavori con una forte connotazione sociale e incentrati sulla tolleranza e l’inclusione.

La sorpresa Tra le smorfie di un deluso e arrabbiato Spike Lee (in lizza con il suo “BlackKkKlansman”) vince come miglior film “Green Book” di Peter Farrelly, grazie alla storia dell’amicizia tra il buttafuori italoamericano Tony “Lip” Vallelunga e il pianista afroamericano Don Shirley. È una vittoria per niente scontata: il film ha battuto degni concorrenti come il favorito “Roma” di Alfonso Cuarón (che fa incetta di premi portandosi a casa la statuetta per la migliore regia, miglior film straniero e migliore fotografia), “Bohemian Rhapsody”, “Black Panther” (tre statuette) “Vice” e “A star is born” di Bradley Cooper, che da ben otto nomination arriva a conquistare solo il premio per la migliore canzone (“Shallow” di Lady Gaga). “Green Book” vince anche l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale e consacra Mahershala Alì, premiato come attore non protagonista: «Non ci sarebbe stato questo film senza amore, senza Viggo Mortensen e senza Mahershala Ali – ha detto il regista Farrelly – Amore uno per l’altro a dispetto delle differenze, è questo il messaggio del film».

Delusione Mortensen e Bale Nella categoria “miglior attore” sbaraglia gli avversari Rami Malek, il Freddie Mercury di “Bohemian Rhapsody” (quattro statuette per il biopic sulla leggenda dei Queen); restano a bocca asciutta (e spiace molto) sia lo stesso Viggo Mortensen (avrebbe meritato il premio forse più del compagno di scena) e Christian Bale (è l’ex vicepresidente degli Usa Dick Cheney in “Vice”) , camaleontico e bravissimo come sempre. In lizza c’erano anche Bradley Cooper e il veterano Willem Dafoe con il suo Van Gogh de “Sulla soglia dell’eternità”.

 

Glenn, l’eterna seconda Donne intense e anticonformiste. Anche nella gara per la miglior interpretazione femminile le attrici che si contendevano il premio hanno dato il meglio di sé. La spunta Olivia Coleman per la sua interpretazione della regina Anna di Gran Bretagna in “La favorita” (candidato anche come miglior film); dietro di lei, tra le altre, Lady Gaga, Melissa McCarthy ma soprattutto l’eterna Glenn Close (protagonista in “The Wife”), che dopo ben sette nomination non riesce a trionfare nemmeno stavolta. Tanto che la Coleman, alla sua prima candidatura, quasi si “scusa” per averle strappato un premio dato per già vinto. Di Caprio docet.

 

Ricordiamo qui l’elenco dei vincitori nelle principali categorie:

Miglior attore non protagonista: Mahershala Alì (“Green Book”)

Miglior attrice non protagonista: Regina King (“Se la strada potesse parlare”)

Miglior regia: Alfonso Cuarón (“Roma”)

Miglior film straniero: “Roma” di Alfonso Cuarón (Messico)

Miglior film d’animazione: “Spiderman: un nuovo universo”

Miglior documentario: “Free Solo” di Elizabeth Chai Vesarhelyi e Jimmy Chin

Miglior fotografia: Alfonso Cuarón per “Roma”

Migliori costumi: Ruth E. Carter per “Black Panther”