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Diritto di critica | November 21, 2024

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Elezioni e luoghi comuni, il caos Italia visto dall'estero

Programmi satirici e analisi spietate da parte di quotidiani e riviste: sebbene tra mille luoghi comuni, il problema del nostro Paese è quello della credibilità, che si unisce all’incertezza

L’ultimo affondo sulle elezioni, in ordine cronologico, arriva dal comico John Oliver nello show statunitense “Last Week Tonight”.  Sono venti minuti di stereotipi sull’Italia e presa in giro di tutti i politici più in vista, dal Berlusconi vecchio amante del “bunga bunga” («He’s back»), a Salvini e Renzi ex partecipanti di quiz, fino al «troppo giovane» Di Maio, designato dalla «rockstar» Beppe Grillo. Poi, un accenno all’economia che arranca e al pericolo di una deriva «fascista» dopo gli scontri di piazza e i fatti di Macerata. Satira facile, certo. Ma questi ultimi temi, assieme al nodo Europa, occupano le pagine di politica estera di quotidiani di ogni nazionalità. Ancora una volta.

Tutto cambia, niente cambia E sì che noi italiani ci mettiamo del nostro: siamo bravi a dimenticare, rimescolare le carte e farle tornare uguali a prima, per paura di cambiare troppo, prestando così il fianco a ironie e critiche. Per molti aspetti, sembra di essere fermi a venti anni fa, con l’aggiunta di una certa violenza nei toni e un’esasperazione sociale da non sottovalutare. Tra un luogo comune e l’altro, a pochi giorni dal voto, il nostro Paese all’estero suscita preoccupazione e domande.

Alta tensione Numerosi giornali parlano di clima difficile e tensioni su tutti fronti: «Molte paure aleggiano sulla stabilità futura dell’Italia – scrive l’inglese “Express” – a prescindere dal risultato delle elezioni. Previsioni economiche fosche e le crescenti preoccupazioni sull’immigrazione hanno portato ad una campagna elettorale tossica». La Bbc si concentra invece sugli scontri tra antifascisti ed estrema destra e cita Casa Pound: «[…] La sua retorica nazionalista e anti-immigrati viene ripresa da altri partiti in vista del 4 marzo. Negli ultimi 4 anni sono sbarcate in Italia 600mila persone, ora i politici di ogni corrente fanno a gara per dimostrare che saranno fermi e decisi sui nuovi arrivi, sempre più sgraditi». La testata descrive poi il leader della Lega Nord Salvini come «amico di Marine Le Pen e ammiratore di Putin».

Il nodo Europa Sulla scia delle dichiarazioni del Presidente della Commissione Europea, Junker, che ha parlato, come riferisce “Le Monde”, di «scenario peggiore» e «reazione dei mercati» in caso di vittoria degli “euroscettici”, molti siti di informazione si interrogano sulle scelte del nostro Paese, mentre Politico.eu  sottolinea quanto in realtà l’aria sia cambiata: «Fino a poco tempo fa Berlusconi, i 5 Stelle e perfino Matteo Renzi, segretario di un partito normalmente amico della Ue, stavano battendo il tamburo anti-Bruxelles. Poi hanno progressivamente attenuato la loro posizione o abbracciato apertamente l’Europa».

Questione di credibilità Sembra proprio questo il tasto più toccato da giornali e periodici, ovvero l’aspetto della credibilità (e subito dopo quello della competenza) della nostra classe politica. Gli americani ironizzano soprattutto su Berlusconi: «Non può nemmeno essere eletto – scrive il “San Francisco Gate” – ma la condanna non lo ferma, così come non lo fermano gli scandali sessuali o la lunga lista di processi penali». Sotto la lente negli Usa anche l’arrancante Pd e lo “strano oggetto” M5s, di cui si sottolinea la poca esperienza e l’aspetto «populistico». Lo spagnolo “El País” evidenzia infine il gap generazionale tra chi vota Cinque Stelle e gli altri.

Parola d’ordine: incertezza Non sappiamo cosa accadrà il 5 marzo, anche se la probabilità che non ci sarà una maggioranza è piuttosto alta. Il francese “Le Figaro” si domanda se l’Italia potrà essere governabile dopo il voto, e precisa come la nuova legge elettorale sia «concepita per favorire le coalizioni rispetto ai singoli partiti; uno strumento essenzialmente “contro” il Movimento 5 Stelle, che rifiuta le alleanze». “El mundo” parla di «mistero Italia» e «solito limbo in cui si trova il Paese», ma è il “New York Times” a scrivere l’analisi più amara e, forse, veritiera: «Chi guiderà la quarta economia d’Europa? Agli italiani, indifferenti e sprezzanti verso la classe politica, interessa più poco, ormai. Le prospettive della penisola sono migliorate negli ultimi anni, ma non abbastanza da migliorare anche le condizioni dei cittadini. Le aziende ricominciano a crescere ma non assumono, i nuovi posti di lavoro sono quasi tutti part-time o temporanei, i giovani non avranno la pensione. La percezione generale è molto cupa».