L'empasse di Grillo, nella ''guerriglia'' tra Virginia e Roberta - Diritto di critica
Nel Movimento 5 Stelle – preda di “correnti”, silenzi e abbandoni eccellenti (vedi l’assessore all’Urbanistica, Berdini) – c’è un solo uomo che deve capire come muoversi: il proprietario del M5S, Beppe Grillo. E’ proprio il comico genovese che, in questa guerriglia tra sodali – leggi: Virginia Raggi e Roberta Lombardi – non può far altro che ammonire. Di certo, non può cacciare né l’una né l’altra. Sconfessare il sindaco di Roma significherebbe dimostrare la propria palese incapacità a governare la città – figuriamoci lo Stato italiano – con inevitabili e forse esiziali conseguenze sulle prossime elezioni politiche; mettere all’angolo la Lombardi, invece, è ugualmente impossibile. L’onorevole pentastellata, infatti, è una colonna portante del Movimento 5 Stelle. Dal direttorio a tutte le principali battaglie e campagne elettorali, la Lombardi conosce ogni dettaglio del movimento, luci e ombre.
Beppe Grillo è quindi in un angolo. Ammonisce, scrive post scriptum sul blog in cui chiede proprio ai suoi parlamentari di stare al loro posto, ma certamente non può cacciare nessuno dei suoi: “Sullo stadio della Roma – ha “tuonato” dal blog – decidono la giunta e i consiglieri. I parlamentari pensino al loro lavoro”. Il riferimento è chiaro. Il tutto dopo mesi di “guerriglia” tra i “compagni” eletti in Campidoglio. Con De Vito e la Raggi che si sono fatti riprendere insieme sotto all’enorme cuore cartonato “Non sei sola”, portato oggi in Campidoglio da alcuni sostenitori del sindaco di Roma.
E se Grillo si limita a un post scriptum, la Lombardi ci va giù pesante, contro la Raggi e i sostenitori dello stadio della Roma (non ultimi Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista). In un post sulla sua pagina Facebook scrive infatti: “Un milione di metri cubi e uno stadio, un solo stadio. Grattacieli, business park, l’equivalente di oltre 200 palazzi in una zona disabitata da secoli. Sapete perché? Perche’ e’ a fortissimo rischio idrogeologico. Se non è questa una grande colata di cemento, allora cos’è? Sono sempre stata schietta e ho sempre fatto della coerenza un valore imprescindibile. Non solo in politica, ma nella vita. E anche questa volta lo dico senza mezzi termini: questo non è un progetto per la realizzazione di uno stadio, questo è un piano di speculazione immobiliare che una società statunitense vuole portare avanti ad ogni costo in deroga al nostro piano regolatore, nell’esclusivo interesse di fare profitto sulle nostre spalle. E noi non possiamo permetterlo. Per anni i costruttori a Roma hanno fatto così: compravano terreni e poi si accomodavano le destinazioni, rendendole edificabili, grazie alla compiacenza della politica. Ebbene, il M5S questo non può permetterlo. Siamo arrivati al governo della Capitale garantendo che avremmo segnato un punto di discontinuità con il passato.
Questo progetto, approvato dall’ex giunta Marino, non è realizzabile. Lo dico da romanista convinta, come sanno molti di voi, ma qui dobbiamo fare tutti uno sforzo in piu’ e capire che si sta parlando della nostra città. Dove siamo cresciuti, dove continueremo a crescere e dove cresceremo i nostri figli. Questa è Roma e io non ci sto a vederla martoriata per soddisfare la volontà di qualche imprenditore. Bisogna annullare subito la delibera che stabilisce la pubblica utilità. Mi auguro che l’amministrazione capitolina faccia la scelta giusta e chieda al proponente di avanzare dunque un nuovo progetto che rispetti la legge e la Capitale.”
Un post paradossale se si pensa che proprio da Grillo erano venute indicazioni circa il necessario controllo della comunicazione esterna dei pentastellati, ma che dà la tara della palude in cui si trova il comico fondatore del M5S.
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