Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 22, 2024

Scroll to top

Top

Perfettini o rinnegatori? Ecco gli spettatori-tipo di Sanremo - Diritto di critica

«Il 93 per cento degli italiani sintonizzati su Rai Uno ha dichiarato che sta guardando il Festival», ha ammiccato Rocco Tanica dalla sala stampa del teatro Ariston. Eh già, perché avere il televisore acceso su Sanremo non vuol dire necessariamente essere un cultore della canzone italiana o un fervido sostenitore del sempiterno motto “Perché Sanremo è Sanremo”.

Abbiamo giocato così a classificare alcuni possibili telespettatori della kermesse canora, immaginando chi potrebbe essere seduto sul divano (ma anche in piedi o di passaggio), davanti a schermi led ultrapiatti o a qualche raro, superstite esemplare di tubo catodico:

  • LE VECCHIE GLORIE: capitanati spesso e volentieri da nonne o nonni irreparabilmente nostalgici, hanno un’età media dai 30 ai 70 anni e arrivano all’appuntamento canoro con aspettative che ogni anno vengono puntualmente disattese. Caricata la lavastoviglie e bevuti caffè e amaro, si accomodano in tempo per la sigla iniziale, per cominciare nel giro di cinque minuti netti a criticare e recriminare su ogni singola cosa riguardi la puntata in corso. Presto nell’aria volano frasi affilate come “è Sanremo, dove sono i fiori?”, “hanno rovinato una tradizione italiana”, “quando ero giovane io, quello sì che era un Festival”. Alla fine della quarta canzone in gara, in salotto l’ira ha raggiunto livelli che in confronto Sgarbi è il più calmo degli opinionisti; per calmare le acque qualcuno propone di cambiare canale e si avvicina furtivo al telecomando, ma la vecchia gloria non ci sta, che forse da qui a mezzanotte lo show migliora. E la nostalgica litania riprende.
  • I PERFETTINI: spesso confusi con le vecchie glorie, sono in realtà gli amanti assoluti dell’italico costume e collezionisti di tutte le edizioni del Festival di cui hanno memoria. Il perfettino non ha età e probabilmente non è mai stato giovane, oppure è nato con l’enciclopedia sanremese incorporata, un po’ alla Bartoletti per intenderci. Conosco un ragazzo di 32 anni che cita conduttori, vallette, cantanti e canzoni in gara come se leggesse l’elenco telefonico, e che si dà malato in ufficio per tutti i 5 giorni della kermesse, che bisogna essere preparati. Il perfettino in genere non invita altri perfettini o vecchie glorie a vedere Sanremo con lui: la concentrazione deve essere ottimale, e il cellulare per il televoto a portata di mano. Al massimo egli tollera qualche distratto o gossipparo, ma solo per il gusto di sentirsi superiore e insultarlo alla prima occasione in cui il poverino mostrerà la sua ignoranza, che non si può non conoscere la canzone arrivata seconda tra le nuove proposte nel 1988.
  • I “GOSSIPPARI”: categoria nata da poche manciate di anni, accoglie al suo interno non solo ragazze e donne informatissime, ma anche insospettabili esemplari di maschi alfa. Il telespettatore “gossipparo” si chiede a cosa servano le canzoni e la musica a Sanremo, e concentra la sua attenzione unicamente su abiti, battute, gaffes eventuali e gossip inconsapevoli dell’ultimo minuto. Egli sbircia in platea ad ogni passaggio di telecamera, conosce vita e miracoli del conduttore e di chi lo affianca, e se potesse si fionderebbe nella città ligure per verificare di persona trucco, parrucco, colazione in camera e attività intestinale di chiunque faccia parte del carrozzone sanremese. Il “gossipparo” ama commentare le puntate con amici reali e virtuali, ed è pronto a giurare su nome e tonalità del fondotinta usato da Garko. Assistere al Festival con lui dev’essere un vero spasso. O un vero incubo.
  • I RINNEGATORI: tra le tipologie di spettatori di Sanremo sono quelli più nascosti e “doppiogiochisti”: in pubblico e con gli amici si ergono ad intellettuali che disdegnano spettacoli “popolari” come il Festival per poi, nel segreto della loro casa, sintonizzarsi sulla Rai e guardarlo tutte le 5 serate. Non fidatevi di chi vi dice “l’ho guardato di sfuggita”, se lo dicono è una bugia. E quando, in un dibattito su questa o quella canzone o su questo o quel vestito, li vedete silenziosi e fissi in un punto, ciò sta a significare che stanno rispondendo e dicendo la loro idea a mente, cercando di non esplodere e urlare ad alta voce: “vi dico io com’è andata! Io lo so!” o “ma che cavolo dite? Enrico Ruggeri non si tocca!”. I rinnegatori non hanno vita facile durante il Festival, e soffrono spesso di acidità di stomaco.
  • I DISTRATTI: sono gli spettatori che veramente guardano il Festival a bocconi, presi da altre mille cose e che si dimenticano di parlarne anche il giorno dopo, in ufficio o in palestra. I distratti sono uomini, donne, ragazzi indaffarati o famiglie che tengono il televisore come sottofondo, quelle che “mettiamo su Raiuno, Sanremo è pur sempre un evento”, e amano sentirsi comunque parte di un appuntamento che bene o male fa parte dell’Italia. Ma che non saranno in grado, la domenica dopo il Festival, di ragguagliarvi su nulla, nemmeno sul vincitore.
  • I TECNOLOGICI: potrebbero far parte dei distratti, ma in realtà gli spettatori tecnologici seguono il Festival, chi più chi meno. Semplicemente nel loro salotto non è acceso solo il televisore, ma a fianco dello smartphone hanno un portatile, un Ipad e un computer fisso in lontananza, tutti perfettamente funzionanti e connessi alla rete e ai social network. Capirete che i tecnologici (uomini o donne) fanno doppia o tripla fatica durante ogni puntata: con le orecchie ascoltano il programma, con gli occhi guardano le notifiche e i commenti su Twitter e Facebook, con le dita scrivono e dicono la loro sforzandosi anche di articolare frasi di senso compiuto. Chi scrive fa parte di questa categoria, e vi assicuro che è un lavoraccio.
  • GLI ALLERGICI: concludiamo la nostra lista con coloro che il Festival proprio non lo guardano, ma hanno la sfortuna di abitare sotto lo stesso tetto con chi invece ama e soffre per Sanremo. Gli allergici hanno età diverse e diversi interessi, ma concordano nell’inorridire e gettare un grido di disperazione all’obbligato passaggio dalla cucina alla sala o dalla sala all’ingresso per mettersi in salvo e fuggire il prima possibile. A meno che, se si tratta di individui di sesso maschile, in quel momento non stiano inquadrando la valletta gnocca di turno. Gli allergici sviluppano reazioni cutanee e disturbi psicosomatici al solo sentire il conduttore che elenca gli autori delle canzoni in gara, e scoprono di avere hobbies e passioni come il burraco subacqueo o il curling notturno, insomma qualcosa che li faccia uscire di casa per cinque giorni, anche se magari di solito vanno a mangiare una pizza il sabato e le altre sere sono inglobati con il divano. Dai, che è quasi finita.