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Diritto di critica | November 22, 2024

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eCommerce, è guerra di nervi sulla moda - Diritto di critica

E’ tutta questione di nervi e tattica. La partita che nel mondo dell’eCommerce si sta giocando per arginare l’avanzata di Amazon si combatte a suon di indiscrezioni e rumor su possibili acquisizioni. L’ultima in ordine di tempo riguarda la possibile fusione tra Yoox – azienda tutta italiana, bolognese, fondata nel 2000 da Federico Marchetti che vende online prodotti di abbigliamento a costi contenuti – e Net-a-porter, il gruppo francese partecipato da Richemont attivo nell’e-commerce di abbigliamento di lusso. Della Compagnie Financière Richemont sono anche marchi del calibro di Cartier, Jaeger Le Coultre, Vacheron Constantin, Piaget, le Officine Panerai e Piaget, solo per citarne alcuni.

Della fusione, in realtà, si parla ormai da tempo ma all’accordo le due società due non sono mai arrivate. Questa potrebbe essere la volta buona, per tacer di Amazon che però starebbe guardando proprio al settore dell’abbigliamento con un’offerta su Net-a-porter – secondo indiscrezioni – di almeno 1,5 miliardi di dollari. Per Amazon sarebbe l’acquisizione più costosa di sempre: quando acquistò Twitch (streaming di videogiochi) e lo store online di scarpe Zappos, spese infatti poco meno di un miliardo di dollari a testa.

Per ora, l’unica certezza sta nella nota stampa di Yoox: «Sono in corso discussioni con Compagnie Financière Richemont per una possibile business combination tra Yoox e The Net A Porter. La società si riserva di fornire aggiornamenti al mercato appena possibile».

Sul fronte dei numeri riferibili alle singole società, il Sole 24 Ore ricorda che Yoox ha chiuso il 2014 con 524 milioni di ricavi, un utile netto che sfiora i 14 milioni e una capitalizzazione di Borsa di oltre 1,4 miliardi, mentre Net-a-porter ha una media di 2,5 milioni di visitatori al mese, genera ricavi che si avvicinano ai 700 milioni ma ha fatto registrare una perdita di oltre 16 milioni nell’ultimo esercizio.

Ma non è tutto. Net-a-Porter, infatti, da oltre un anno non ha più neanche un amministratore delegato: a guidare l’intero gruppo a quel punto sarebbe proprio Marchetti. Da sciogliere infine anche il nodo della liquidazione alla fondatrice, un sassolino non da poco: le spetterebbero 100 milioni.

@emilioftorsello