Magalli for president
IL GRAFFIO - Contro Rodotà e Imposimato il popolo del web vota lo storico presentatore. Perché chi di rete ferisce, di rete perisce
Magalli for President. Ovviamente è uno scherzo, ma lo storico conduttore è rimasto colpito dagli utenti del web che, alle “quirinarie” organizzate dal Fatto Quotidiano è largamente il più votato. Così il giornale di Antonio Padellaro, vicino al MoVimento 5 Stelle, si è ritrovato in una situazione paradossale. La rete e i lettori hanno deciso che a meritare la poltrona del Quirinale sia lui e non Stefano Rodotà o Milena Gabanelli. Proprio lui che dalla politica si è sempre tenuto fuori.
Magalli ci mette la faccia. “La volata nel sondaggio de il Fatto Quotidiano ha provocato moltissime reazioni. Mi hanno cercato, nell’ordine, Bruno Vespa, il Tg2, il Tg4, Tg5, Agorà ed una quindicina di giornalisti”, spiega Magalli. “Io sono stato scelto da tanti amici del Web come volto di questa insurrezione sorridente, come ho voluto chiamarla, ma avrebbero potuto scegliere molti altri volti al posto del mio e la protesta sarebbe stata egualmente efficace, perché la faccia da mettere è, sì, importante, ma quelle che contano sono le facce da togliere”. Come dargli torto. Ma Giancarlo Magalli è stato contattato anche dal Fatto Quotidiano: “Il giornalista ha scherzosamente cercato di farmi dire due cose: la prima è che sarei pronto a ritirarmi dal ballottaggio, come a dire che lo scherzo è finito… e poi che i miei voti se li potrebbe prendere Rodotà che a me è persona che non dispiace. Io ho detto di no ad entrambe le proposte, perché sarebbe stato prendere in giro le migliaia di persone che hanno sostenuto questa pazza idea, pur sapendo tutte perfettamente che si tratta solo di un gesto simbolico”, perché “la mia faccia è e resta a disposizione di chi vuole usarla per esprimere il suo sdegno”.
Fatevi una risata. Così un gioco sta diventando un caso, un piccolo caso politico che vede il popolo del web ribellarsi all’idea che la democrazia diretta e i “sondaggi” poco statistici come le “quirinarie” del Fatto sono uno strumento democratico attendibile, confermando l’eterogeneità di chi quotidianamente frequenta il web. Le votazioni del Fatto sono state indette proprio di fronte all’assenza di “votazioni della rete” condotte dal MoVimento 5 Stelle tra i propri iscritti. Grillo e Casaleggio preferiscono giocare a carte coperte, questa volta. Tornerà il nome di Rodotà, probabilmente. Lo stesso che insegue Magalli in questo “sondaggio” al secondo posto. Poi, magari il recupero ci sarà, ma poco importa. L’attendibilità di questo voto online che piace tanto a Grillo vale quanto il due di picche, considerando che noi di Diritto di Critica abbiamo votato più volte, su più giorni, dalla stessa postazione. A dimostrazione che i brogli e le irregolarità ci possono essere sempre e comunque, sia che il voto sia online che su carta copiativa. E che in fondo, ogni tanto abbiamo anche bisogno di ridere.
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presidente della repubblica
Magalli for President. Ovviamente è uno scherzo, ma lo storico conduttore è rimasto colpito dagli utenti del web che, alle “quirinarie” organizzate dal Fatto Quotidiano è largamente il più votato. Così il giornale di Antonio Padellaro, vicino al MoVimento 5 Stelle, si è ritrovato in una situazione paradossale. La rete e i lettori hanno deciso che a meritare la poltrona del Quirinale sia lui e non Stefano Rodotà o Milena Gabanelli. Proprio lui che dalla politica si è sempre tenuto fuori.
Magalli ci mette la faccia. “La volata nel sondaggio de il Fatto Quotidiano ha provocato moltissime reazioni. Mi hanno cercato, nell’ordine, Bruno Vespa, il Tg2, il Tg4, Tg5, Agorà ed una quindicina di giornalisti”, spiega Magalli. “Io sono stato scelto da tanti amici del Web come volto di questa insurrezione sorridente, come ho voluto chiamarla, ma avrebbero potuto scegliere molti altri volti al posto del mio e la protesta sarebbe stata egualmente efficace, perché la faccia da mettere è, sì, importante, ma quelle che contano sono le facce da togliere”. Come dargli torto. Ma Giancarlo Magalli è stato contattato anche dal Fatto Quotidiano: “Il giornalista ha scherzosamente cercato di farmi dire due cose: la prima è che sarei pronto a ritirarmi dal ballottaggio, come a dire che lo scherzo è finito… e poi che i miei voti se li potrebbe prendere Rodotà che a me è persona che non dispiace. Io ho detto di no ad entrambe le proposte, perché sarebbe stato prendere in giro le migliaia di persone che hanno sostenuto questa pazza idea, pur sapendo tutte perfettamente che si tratta solo di un gesto simbolico”, perché “la mia faccia è e resta a disposizione di chi vuole usarla per esprimere il suo sdegno”.
Fatevi una risata. Così un gioco sta diventando un caso, un piccolo caso politico che vede il popolo del web ribellarsi all’idea che la democrazia diretta e i “sondaggi” poco statistici come le “quirinarie” del Fatto sono uno strumento democratico attendibile, confermando l’eterogeneità di chi quotidianamente frequenta il web. Le votazioni del Fatto sono state indette proprio di fronte all’assenza di “votazioni della rete” condotte dal MoVimento 5 Stelle tra i propri iscritti. Grillo e Casaleggio preferiscono giocare a carte coperte, questa volta. Tornerà il nome di Rodotà, probabilmente. Lo stesso che insegue Magalli in questo “sondaggio” al secondo posto. Poi, magari il recupero ci sarà, ma poco importa. L’attendibilità di questo voto online che piace tanto a Grillo vale quanto il due di picche, considerando che noi di Diritto di Critica abbiamo votato più volte, su più giorni, dalla stessa postazione. A dimostrazione che i brogli e le irregolarità ci possono essere sempre e comunque, sia che il voto sia online che su carta copiativa. E che in fondo, ogni tanto abbiamo anche bisogno di ridere.