Quell'inutile significato che vogliamo dare alla vittoria della Germania
"Organizzazione e rigore, un esempio per tutti". Ma non sempre la rigidità tedesca, nel calcio, ha pagato
La Germania ha vinto. Ha vinto la squadra più organizzata. Ha vinto un progetto di calcio durato dieci anni. Chi più ne ha, più ne metta. Ma è vero che dopo la disfatta agli europei di Belgio-Olanda del 2000, la squadra è stata rifondata. Si è ripartiti dai vivai e dalle “accademy”. Un modello per il calcio italiano che sta cercando di rinascere dal baratro in cui è piombato non in questo mondiale, ma negli ultimi anni, senza più qualità e fantasia.
Quando il rigore tedesco non ha premiato. Ma associare la vittoria della Germania calcistica all’idea di una nazione germanica forte e organizzata che sconfigge l’approssimazione latina e i “campioni del default” (leggasi l’Argentina) non ha senso e rimane materiale per i social network. Al di là delle antipatie che la Germania può suscitare, disquisizioni geopolitiche ed economiche su una partita di calcio lasciano il tempo che trovano. La Germania nazione ha il rigore nelle vene. Da sempre. Eppure quel rigore non le ha portato fortuna nei vari campionati del Mondo. Dopo la vittoria del 1990 a Roma contro l’Argentina, riuscì nell’impresa di vincere l’Europeo del 1996. Ma da quel momento, nonostante il rigore (non quello tirato dal dischetto, si intende), è stata eliminata a quarti due anni dopo ai mondiali francesi e poi eliminata al girone eliminatorio ad Euro 2000 senza nemmeno una vittoria.
Spagna e Italia, gli spauracchi tedeschi. Anche in tempi più recenti la Germania calcistica ha rimediato sconfitte scottanti. Ad iniziare da quella contro l’Italia nel 2006 (che vide Cannavaro&co. trionfare poi contro la favorita Francia). Nel 2008, giunta in finale, è stata sconfitta da una Spagna al top della propria forma, mentre nel 2010, sempre per mano della Spagna, si è fermata in semifinale, come all’europeo del 2012, di fronte ad un’Italia dilagante.
Da bestie nere a pecore nere. Insomma, non sempre il rigore tedesco ha pagato, soprattutto contro due nazionali che rappresentano due paesi simbolo della crisi europea. Per la Germania, due bestie nere nel calcio, due pecore nere in economia. A dimostrazione del fatto che il calcio e la politica sono cose completamente diverse.
La Germania ha vinto. Ha vinto la squadra più organizzata. Ha vinto un progetto di calcio durato dieci anni. Chi più ne ha, più ne metta. Ma è vero che dopo la disfatta agli europei di Belgio-Olanda del 2000, la squadra è stata rifondata. Si è ripartiti dai vivai e dalle “accademy”. Un modello per il calcio italiano che sta cercando di rinascere dal baratro in cui è piombato non in questo mondiale, ma negli ultimi anni, senza più qualità e fantasia.
Quando il rigore tedesco non ha premiato. Ma associare la vittoria della Germania calcistica all’idea di una nazione germanica forte e organizzata che sconfigge l’approssimazione latina e i “campioni del default” (leggasi l’Argentina) non ha senso e rimane materiale per i social network. Al di là delle antipatie che la Germania può suscitare, disquisizioni geopolitiche ed economiche su una partita di calcio lasciano il tempo che trovano. La Germania nazione ha il rigore nelle vene. Da sempre. Eppure quel rigore non le ha portato fortuna nei vari campionati del Mondo. Dopo la vittoria del 1990 a Roma contro l’Argentina, riuscì nell’impresa di vincere l’Europeo del 1996. Ma da quel momento, nonostante il rigore (non quello tirato dal dischetto, si intende), è stata eliminata a quarti due anni dopo ai mondiali francesi e poi eliminata al girone eliminatorio ad Euro 2000 senza nemmeno una vittoria.
Spagna e Italia, gli spauracchi tedeschi. Anche in tempi più recenti la Germania calcistica ha rimediato sconfitte scottanti. Ad iniziare da quella contro l’Italia nel 2006 (che vide Cannavaro&co. trionfare poi contro la favorita Francia). Nel 2008, giunta in finale, è stata sconfitta da una Spagna al top della propria forma, mentre nel 2010, sempre per mano della Spagna, si è fermata in semifinale, come all’europeo del 2012, di fronte ad un’Italia dilagante.
Da bestie nere a pecore nere. Insomma, non sempre il rigore tedesco ha pagato, soprattutto contro due nazionali che rappresentano due paesi simbolo della crisi europea. Per la Germania, due bestie nere nel calcio, due pecore nere in economia. A dimostrazione del fatto che il calcio e la politica sono cose completamente diverse.
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mica tanto che il rigore non abbia sempre premiato…: finale nell’82, finale nell’86, finale nel 90 -vittoria-, finale europeo 92, vittoria euro 96,finale mondiali 2002, , semifinale mondiale 2006, finale euro 2008, semifinale euro 2012, vittoria mondiali 2014.
considerando che non si può sempre vincere, è una sequenza abbastanza impressionante.
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