Benzina grillina
Così il comico e i suoi cavalcano lo sfascio italiano. Ma all'orizzonte non si vedono soluzioni
Mai come in questi giorni l’Italia ricorda da vicino Tangentopoli, quasi che negli ultimi vent’anni si sia perpetuato un sistema solo di rado scalfito da qualche inchiesta, con esponenti indagati e finiti in carcere che ora tornano alla ribalta e anzi – si scopre – fanno ancora parte dei grandi partiti. A partire dall’Expo fino per arrivare alle perquisizioni di ieri ad alcuni manager di Ubi, le inchieste stanno raccontando e mandando messaggi chiari che cozzano con la retorica positiva del governo Renzi, che pure cerca di infondere fiducia nel futuro.
Matteo Renzi, dal canto suo, ha commesso diversi errori. Gli 80 euro, ad esempio: se ne parla da troppo tempo e sono arrivati troppo in fretta, tanto da finire logorati e triturati dal tritacarne mediatico, percepiti ormai più come una problematica elemosina di Stato che come una iniziativa concreta. Tanto che nessuno si è reso conto di un cortocircuito logico per cui – secondo un comico come Grillo – gli 80 euro dati dal governo Renzi sarebbero voto di scambio, mentre il reddito di cittadinanza promesso dai 5 Stelle sarebbero da intendersi come un sostegno concreto ai cittadini. E’ evidente che – viste le enormi difficoltà per trovare 80 euro per 10 milioni di italiani – il reddito di cittadinanza sbandierato dai 5 Stelle è quanto mai utopico. Nessuno, però, pare rendersene conto e Renzi continua a parare colpi. Altro errore: l’eccessiva facilità con cui spesso – atteggiamento compagnone – ha presentato i provvedimenti economici nella pipeline del governo. Su certe cose lo scherzo è bello quando dura poco, altrimenti si rischia di far passare una generale impressione di faciloneria.
>> VI RACCONTO IL MOVIMENTO 5 STELLE <<
Archiviati per ora gli 80 euro, dunque, il nuovo tormentone mediaticopolitico ruota attorno all’EXPO 2015 (per non citare altre inchieste prossime venture che già sono nell’aria), tanto che verrebbe da chiedersi: senza la notizia di queste inchieste, cosa sarebbe cambiato nella campagna elettorale e nel risultato delle Europee?
Già perché la precisione con cui sono arrivati arresti e notizie ha dell’incredibile, tutta benzina sul fuoco per Beppe Grillo e i suoi adepti. La fotografia di certa Italia che ne esce è impietosa e forse in parte anche ingiusta: non tutto è marcio, non tutto è da eliminare, come invece vorrebbe far credere il comico. Di certo, questo è carburante per i suoi comizi (sempre gli stessi, basta seguire le dirette per capire che le battute spesso si ripetono). Eppure il rischio adesso è alto: il Movimento 5 Stelle, infatti, non sembra ancora in grado di governare, molto probabilmente non riscuoterebbe la fiducia dei mercati ed è difficile capire cosa potrebbe costruire, a fronte di una retorica sempre distruttiva, che traina ormai quello che è il secondo partito italiano. Tutto di pancia, tutto di rabbia. E poco altro.
Mai come in questi giorni l’Italia ricorda da vicino Tangentopoli, quasi che negli ultimi vent’anni si sia perpetuato un sistema solo di rado scalfito da qualche inchiesta, con esponenti indagati e finiti in carcere che ora tornano alla ribalta e anzi – si scopre – fanno ancora parte dei grandi partiti. A partire dall’Expo fino per arrivare alle perquisizioni di ieri ad alcuni manager di Ubi, le inchieste stanno raccontando e mandando messaggi chiari che cozzano con la retorica positiva del governo Renzi, che pure cerca di infondere fiducia nel futuro.
Matteo Renzi, dal canto suo, ha commesso diversi errori. Gli 80 euro, ad esempio: se ne parla da troppo tempo e sono arrivati troppo in fretta, tanto da finire logorati e triturati dal tritacarne mediatico, percepiti ormai più come una problematica elemosina di Stato che come una iniziativa concreta. Tanto che nessuno si è reso conto di un cortocircuito logico per cui – secondo un comico come Grillo – gli 80 euro dati dal governo Renzi sarebbero voto di scambio, mentre il reddito di cittadinanza promesso dai 5 Stelle sarebbero da intendersi come un sostegno concreto ai cittadini. E’ evidente che – viste le enormi difficoltà per trovare 80 euro per 10 milioni di italiani – il reddito di cittadinanza sbandierato dai 5 Stelle è quanto mai utopico. Nessuno, però, pare rendersene conto e Renzi continua a parare colpi. Altro errore: l’eccessiva facilità con cui spesso – atteggiamento compagnone – ha presentato i provvedimenti economici nella pipeline del governo. Su certe cose lo scherzo è bello quando dura poco, altrimenti si rischia di far passare una generale impressione di faciloneria.
>> VI RACCONTO IL MOVIMENTO 5 STELLE <<
Archiviati per ora gli 80 euro, dunque, il nuovo tormentone mediaticopolitico ruota attorno all’EXPO 2015 (per non citare altre inchieste prossime venture che già sono nell’aria), tanto che verrebbe da chiedersi: senza la notizia di queste inchieste, cosa sarebbe cambiato nella campagna elettorale e nel risultato delle Europee?
Già perché la precisione con cui sono arrivati arresti e notizie ha dell’incredibile, tutta benzina sul fuoco per Beppe Grillo e i suoi adepti. La fotografia di certa Italia che ne esce è impietosa e forse in parte anche ingiusta: non tutto è marcio, non tutto è da eliminare, come invece vorrebbe far credere il comico. Di certo, questo è carburante per i suoi comizi (sempre gli stessi, basta seguire le dirette per capire che le battute spesso si ripetono). Eppure il rischio adesso è alto: il Movimento 5 Stelle, infatti, non sembra ancora in grado di governare, molto probabilmente non riscuoterebbe la fiducia dei mercati ed è difficile capire cosa potrebbe costruire, a fronte di una retorica sempre distruttiva, che traina ormai quello che è il secondo partito italiano. Tutto di pancia, tutto di rabbia. E poco altro.