La truffa sulle spalle dei migranti. "Spariti 3 milioni di euro"
L’immigrazione è un business. Anche illegale. Dietro al dramma di chi fugge da guerre e povertà non ci sono solo organizzazioni criminali di scafisti e “corrieri” di esseri umani. Esiste anche un business legale che riguarda tutto quell’insieme di cooperative che si occupano di gestire i vari centri di detenzione ed espulsione. Una rete di società che si occupano delle pulizie dei locali, delle mense e dei beni di prima necessità per i migranti e i profughi. A spese dello Stato. Ma cosa succede quando viene gonfiato il numero degli ospiti nei vari centri, dei beni di prima necessità richiesti?
La truffa. Si chiama truffa. In provincia di Gorizia, secondo i pm della Procura del capoluogo, i responsabili del Cie e del Cara avrebbero gonfiato il numero degli ospiti presenti. Considerando che lo Stato paga per ogni ospite dei centri 42 euro, incrementare senza riscontri il numero dei migranti presenti, può fruttare una montagna di soldi. Per quattro anni sarebbero stati dichiarati fino al triplo degli ospiti realmente presenti. Insomma, i pm oggi contestano fatture per circa 3 milioni di euro, incassati dal Consorzio Connecting People di Trapani, soldi giunti per l’assistenza di migranti e profughi “fantasma”.
Sparite sigarette, ricariche telefoniche e bottigliette d’acqua. Sulla base delle accuse formulate dai pm, sono stati rinviati a giudizio 13 persone, tra le quali anche il viceprefetto di Gorizia Gloria Allegretti. L’accusa, per quest’ultima è di falso ideologico, mentre per tutti gli altri è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e alla frode. Secondo i pm, non ci sono però solo fatture gonfiate, bensì anche beni di prima necessità destinati ai migranti sottratti e spariti nel nulla. Si tratterebbe di schede telefoniche, sigarette e anche bottiglie d’acqua. A questo si aggiunge la mancata ricarica delle chiavette per l’acquisto di cibo e bevande presso le macchinette automatiche per una cifra pari a 150 mila euro. L’inchiesta potrebbe anche allargarsi, ad iniziare dagli altri centri di detenzione ed espulsione gestiti da Connecting People, presenti in tutta Italia.
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