Il lento declino dei Fratelli Mussulmani
I Fratelli Musulmani sono sempre più isolati in Medio Oriente. All’inizio della scorsa settimana un tribunale egiziano ha messo fuorilegge Hamas, branca palestinese della Fratellanza, accusata di essere un’organizzazione terrorista che mette a rischio la pubblica sicurezza in Egitto. La magistratura ha messo al bando tutte le attività del gruppo e ha ordinato l’immediata chiusura di tutti gli uffici presenti in suolo egiziano.
L’esercito egiziano contro Hamas. L’esercito ha, inoltre, iniziato a bombardare tutti i tunnel sotterranei che collegano il nord del Sinai a Gaza, nel tentativo di mettere un freno al passaggio di armi che potrebbero finire nelle mani dei jihadisti egiziani. Sono poi stati distrutti numerosi depositi di armi e munizioni utilizzati da Hamas in Sinai; siti essenziali per il gruppo radicale palestinese in quanto fuori dal territorio di Gaza e quindi fuori dalla portata dei jet israeliani. Le autorità egiziane starebbero inoltre per revocare la cittadinanza a quattordicimila palestinesi sotto indagine per le violenze scoppiate in seguito alla caduta del governo Morsi. Secondo le forze di sicurezza i palestinesi sotto indagine hanno ricevuto la cittadinanza durante il periodo di governo islamista e sono tutti membri di Hamas.
La reazione palestinese. Immediata la reazione da parte di Hamas a Gaza, che ha accusato l’Egitto di prendere decisioni che vanno contro la lotta del popolo palestinese. Il provvedimento non sorprende visto che Hamas era da tempo nel mirino del governo egiziano poiché accusata di prendere parte agli attentati degli ultimi sette mesi che hanno colpito politici, forze di sicurezza, polizia e turisti. Non bisogna inoltre dimenticare che l’ex presidente islamista Mohamed Morsi e alcuni membri del suo entourage sono sotto processo anche in seguito all’accusa di spionaggio per conto di Hamas e, se riconosciuti colpevoli, rischiano addirittura la pena di morte.
I Fratelli illegali in Arabia. Nella giornata di venerdì è poi giunta la notizia che anche l’Arabia Saudita ha dichiarato i Fratelli Musulmani un’organizzazione terrorista, vietando così ogni loro attività. I sauditi hanno inoltre incluso nella lista anche Hezbollah, Islamic State of Iraq e Jabhat al-Nusra. Riyadh è evidentemente preoccupata per l’infiltrazione di elementi della Fratellanza non solo a livello politico ma anche educativo; non a caso Mohammad Zulfa, un membro del Consiglio della Shura saudita, ha illustrato come sia stato un errore aprire le porte di scuole e università a gruppi di stranieri che hanno cercato di influenzare il pensiero della gioventù locale.
Gli Emirati contro gli egiziani islamisti. Vi sono poi gli Emirati Arabi che da diversi mesi stanno procedendo con arresti di cittadini egiziani accusati di aver tentato di organizzare cellule della Fratellanza nel paese. Lo scorso gennaio un tribunale locale aveva condannato una ventina di egiziani a cinque anni di reclusione e all’espulsione immediata una volta scontata la pena. Dietro le sbarre sono finiti anche dieci cittadini degli Emirati. Secondo alcune fonti i servizi di sicurezza degli Emirati Arabi starebbero prendendo molto sul serio la minaccia della Fratellanza, coordinandosi anche con l’intelligence di paesi esteri. La scorsa settimana Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati avevano inoltre ritirato gli ambasciatori dal Qatar, paese accusato di essere il principale sostenitore del gruppo islamista, nonché base per Yusuf al-Qaradawi, predicatore legato alla Fratellanza che in più occasioni ha lanciato fatwe a favore di Morsi.
I palestinesi stanchi di Hamas. I Fratelli Musulmani non se la passano bene neanche a Gaza, dove il movimento Tamarrod palestinese sembra essere diventato molto popolare tra la gioventù locale, stanca dell’oppressione messa in atto da Hamas e delle disastrose condizioni economiche in cui vive la popolazione. Gli islamisti sono arrivati al punto di imporre alla popolazione il modo in cui tagliarsi i capelli e l’abbigliamento autorizzato. Fatah ha inoltre accusato due giorni fa il governo di Hamas di aver arrestato dozzine di suoi attivisti nella Striscia di Gaza, durante una cerimonia di commemorazione dei martiri.
Tangentopoli in salsa turca. Bisogna poi tener presente la crisi legata alla “tangentopoli turca”, che sta mettendo in seria crisi il governo di Ankara dell’AKP, anche esso vicino alla Fratellanza. È proprio di stamattina la notizia di una nuova intercettazione telefonica che rivelerebbe traffici illeciti di denaro tra un ex ministro e un non ben precisato uomo d’affari azero. Una notizia che scuote ulteriormente l’opinione pubblica turca, dopo quella della presunta registrazione risalente al dicembre 2013 dove Erdogan e suo figlio parlerebbero delle modalità con cui far sparire grosse somme di denaro intascate in modo illecito.
In fuga verso Londra. Gli equilibri in Medio Oriente sono cambiati con estrema rapidità, se poco più di un anno fa sembrava che la Fratellanza stesse diventando sempre più influente a livello politico al punto da controllare una cospicua parte dell’area mediorientale, oggi il gruppo è in pieno declino. Bollata in diversi paesi come organizzazione terrorista e oggetto di provvedimenti restrittivi che stanno mettendo gli ikhwan in seria difficoltà anche a livello organizzativo e finanziario tanto che alcuni suoi leader egiziani scampati alla rivolta si sarebbero rifugiati alla periferia di Londra, città che sarebbe diventata la nuova base della Fratellanza.