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Diritto di critica | November 22, 2024

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Le primarie "fantasma" del Pd: i dem votano ma nessuno lo sa

Vademecum delle primarie 2013 del Pd“È stato un flop”. Sono gli stessi uomini del Pd a riconoscere il fallimento delle primarie regionali che si sono tenute ieri. “È colpa di Renzi”, ha sentenziato Stefano Fassina. Una dichiarazione alla quale il segretario non ha risposto. Non solo forse perché impegnato nella definizione della squadra di governo. In fondo, se di colpa si può parlare, questa va attribuita in primo luogo ai livelli regionali del partito. Campagna elettorale inesistente. Programmi mai visti. E soprattutto candidati fantasma. I ras locali del Pd si sono fatti le proprie primarie ad uso e consumo. Meglio che la società civile rimanga alla larga.

Primarie? Tra pochi intimi. Nessuno, certo, si poteva aspettare che il Pd avrebbe bissato il successo delle primarie che hanno visto l’incoronazione di Matteo Renzi a segretario nazionale. Ma quanti italiani e soprattutto quanti elettori del Pd erano a conoscenza della consultazione che si è svolta tra pochi intimi, i soliti militanti che votano in base alla “mozione”?

Le primarie dimenticate. Un flop era già avvenuto poco più di un anno fa quando, tra Natale e Capodanno, si sono tenute le primarie per eleggere i candidati del Pd alle elezioni politiche. In quel caso, complice la fretta a causa dell’accelerazione indotta alla crisi di governo da Berlusconi, quelle consultazioni si fecero velocemente con una data quasi proibitiva. Fu un mezzo flop rispetto ai numeri di coloro che un mese prima avevano votato nella sfida tra Renzi e Bersani. Nessuno ricorda quel voto, compresi gli stessi democratici che, attaccati dal M5S sul Porcellum e sul “Parlamento dei nominati”, dimenticano che molti di coloro che sono finiti in lista, come lo stesso Fassina, hanno preso molti più voti sul territorio degli stessi candidati a 5 stelle.

Le primarie depotenziate. Ma questa volta il flop alle primarie regionali non ha scuse. I ras locali non hanno voluto la partecipazione popolare. Era già tutto scritto nelle mozioni dei circoli territoriali, i quali notoriamente riescono ad indirizzare il voto tra i propri iscritti, gli unici, oltre a pochi cittadini comuni, ad aver votato. Questo perché le primarie a livello nazionale servono a risolvere o perlomeno ad attenuare lo scontro interno, mentre a livello locale rimangono solo un inutile feticcio da depotenziare. Come? Non parlandone.