Forza Italia, mezzo flop. I sondaggi smentiscono Berlusconi - Diritto di critica
Brutte notizie per Berlusconi. Il suo video-messaggio non solo fa infuriare Napolitano, allontanando di fatto ogni possibilità di ottenere la grazia, ma non aiuta nemmeno il Pdl/Forza Italia a risalire nei sondaggi. Anzi, il ritorno al passato, a quel nome evocativo che rappresentava per molti il simbolo del cambiamento, non sta portando a risultati apprezzabili e soprattutto sta mettendo a rischio la tenuta stessa del partito unico di centro-destra.
Tanta fatica per nulla. Forse è ancora presto per dire se Forza Italia avrà più appeal del Pdl, ma dalle prime analisi molti sondaggisti sono scettici. Nicola Piepoli su La Stampa spiega che “non vale né un punto di più, né un punto di meno del Pdl”. Dello stesso avviso anche Pietro Vento di Demopolis, il quale ritiene che il nuovo vecchio “brand” dovrebbe attestarsi intorno al 27% delle preferenze elettorali, più o meno come il Pdl oggi. Più possibilista Alessandra Ghilseri responsabile di Euromedia Research, la quale tuttavia non si sbilancia: “Dipende da come si propone il marchio. C’è il rischio che sia vintage? Nel mondo della moda ci sono brand che, dopo aver vissuto un periodo di declino, ritrovando la propria storia degli inizi scoprono il futuro”.
Il disastro sui social network. Se nei sondaggi non cambia nulla, per il momento, sul web, dove Berlusconi punta ad intraprendere una comunicazione molto più attenta e massiva rispetto al passato, i risultati sono addirittura negativi. Nel mondo dei social le interazioni e i commenti negativi sono stati decisamente predominanti, mentre le condivisioni molto basse. Lo ha rilevato Blogmeter che ha verificato che l’annuncio su Facebook dell’ultimo video messaggio ha registrato poco più di 11 mila interazioni, mentre su Twitter 51mila citazioni (di cui il 74% di commenti negativi). Numeri, questi, che, se non confrontati, non danno la misura del flop: Il 2 agosto il post che annunciava il primo video ha fatto registrare 46mila interazioni, mentre su Twitter la sua partecipazione a Servizio Pubblico, poco prima del voto, aveva fatto registrare 200mila citazioni. “Purché se ne parli”. Ma l’ex Cavaliere rischia oramai di essere ignorato.
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