"No alla decadenza", ma Berlusconi in Senato non c'è mai
Domani sarà il giorno fatidico, forse. Domani sapremo se Silvio Berlusconi decadrà o meno da senatore della Repubblica Italiana. Una questione così importante per l’Italia, tale da far dimenticare i problemi della nostra economia, tale da mettere a repentaglio la vita stessa del governo. Eppure, su quella poltrona rossa di Palazzo Madama, diventata il perno della politica italiana, Berlusconi da qualche tempo a questa parte non si siede mai.
Berlusconi, il più assente. I quattro senatori meno presenti a Palazzo Madama sono l’ex Cavaliere, Niccolò Ghedini, Denis Verdini e Mariarosa Rossi, assistente dell’uomo di Arcore. Tutti e quattro sono stati presenti, da marzo ad oggi, ad una sola votazione; assenteisti di professione o troppo impegnati a salvare il Capo. Berlusconi ne fa una questione di Stato. Eppure lui stesso non partecipa da molto tempo alla vita del Parlamento, pur percependo – come tutti i parlamentari – un lauto stipendio. Decaduto da senatore o meno cambia poco, per l’Italia. Cambia per lui, visto che presto, probabilmente, finirà agli arresti domiciliari, come qualsiasi cittadino comune condannato.
I buoni e i cattivi. Se nella lista dei cattivi, secondo i dati raccolti da OpenPolis, finiscono Berlusconi e suoi stretti collaboratori, non possiamo non dimenticare i più presenti in Senato: Fornaro e Pegorer del Pd e Mandelli del Pdl in sei mesi non hanno fatto segnare nemmeno un giorno d’assenza. Alla Camera, invece, il podio è democratico: le prime sei posizioni sono occupate da deputati del Pd (Carra, D’Incecco, Fontana, Guerini, Iannuzzi e Tullo) che con Totaro di Fratelli d’Italia non hanno mancato una votazione. Nella lista nera di Montecitorio ci sono Antonio Angelucci (Pdl), presente a solo due votazioni, Stefano Quintarelli e Piero Longo, rispettivamente di Scelta Civica e Pdl.