Ma Alemanno non può vincere - Diritto di critica
IL GRAFFIO – Alemanno non può vincere. A dirlo non è soltanto il profondo distacco in termini percentuali da Marino ma anche e soprattutto il suo bacino di voti. A meno di uno shock elettorale che colpisca Marino, infatti, il sindaco uscente della Capitale non può contare se non su quanto già ha raccolto al primo turno.
Diverso lo scenario per Marino che con il MoVimento 5 Stelle e Marchini può ancora contare su un nutrito numero di voti, tale da spazzare via il magro risultato di Alemanno. Sia l’elettorato di De Vito che dell’Ingegnere (già sostenitore del Pd e proveniente da una famiglia da sempre legata all’ex PCI), infatti, hanno tolto voti non tanto a destra quanto a sinistra, cannibalizzando consensi al Pd. Ci sono poi i voti di Sandro Medici che di certo non finiranno ad Alemanno.
La Capitale, dunque, si prepara a tornare “a sinistra” ma con attori nuovi nel consiglio comunale, dal MoVimento 5 Stelle – con cui lo stesso Marino ha condiviso battaglie importanti come quella per l’acqua pubblica – ad Alfio Marchini, con la sua “smart city”, l’idea di una città capace di ripartire “dai quartieri” e la necessità – più volte ribadita – di effettuare una manutenzione straordinaria dell’esistente.
Ma Roma sarà anche la città su cui si misureranno le promesse fatte in campagna elettorale e tutte dovranno giocoforza fare i conti con lo Stato delle finanze di Roma, un buco profondo che varia a seconda degli interlocutori. Nessuno dei candidati, in realtà, pare averci fatto ancora i conti, al netto delle promesse elettorali.