C'è tanfo di spogliatoio - Diritto di critica
IL GRAFFIO – Gli spogliatoi non sono bei posti. Tra tutte le metafore, Letta ha scelto quella meno appropriata per descrivere l’intento con cui i ministri del nuovo governo sono andati per 24 ore (o poco più) a chiudersi in abbazia: “fare spogliatoio”. A parte che è difficile immaginarsi Lupi, lo stesso presidente del Consiglio (o chi per lui) in stile big Jim a darsi l’un l’altro pacche intrise di talco e gesso sulle spalle, dopo presunte fatiche agonistiche, ma è certamente improbabile che questo “summit” porti a qualcosa di buono.
La gitarella in maglioncino e camicia, infatti, è partita male. Al di là delle buone intenzioni e dei pulmini su cui si sale tutti ordinati e sorridenti, magari cantando in coro canzoni di gioventù a finestrini chiusi, è stata tutta una guerra a suon di portavoce che conducevano un botta e risposta – impossibile ai due diretti interessati, ma alcuni raccontano un duro scambio proprio a bordo del pulmino – sulla manifestazione di Brescia. Alfano ha precisato che si è trattato di un evento “elettorale” e non di una manifestazione contro i magistrati, ma le parole di Berlusconi facevano propendere più per la seconda che non per la prima delle interpretazioni. Nei faccia a faccia, dunque, sono sorrisi, a menar colpi ci pensano portavoce e agenzie. E se alla fine Alfano si è beccato una sonora strigliata d’orecchie dal neopremier, quest’ultimo non vuole e non può permettersi di mettere in crisi l’esecutivo per le questione processuali di Berlusconi e le sue manifestazioni. Meglio abbozzare quindi e far promettere al discolo Alfano di non azzardarsi mai più a scendere in piazza con il Cavaliere. Un ministro dell’Interno che non prende le distanze da chi attacca così pesantemente la magistratura – giova sottolinearlo – non si è mai visto.
Nello spogliatoio, insomma, più che fare gruppo si rischia di guardarsi in cagnesco, ognuno accanto al suo accappatoio, in attesa di tornare a casa. La tregua pare di facciata, quasi che Letta voglia far vedere a tutti che da parte sua la buona volontà è totale e che se qualcosa dovesse andar storto, non sarebbe a quel punto colpa del mediatore, di colui che ha cercato di mettere tutti d’accordo. A spese dei cittadini, non dimentichiamolo: Chi si fosse diretto verso l’abbazia ieri (e oggi) avrebbe trovato un “imponente spiegamento” – così recitano le agenzie – di polizia e carabinieri fin dall’autostrada e poi su fino a Spineto, il “ricovero” dei ministri in ritiro. Come dire: una normalissima gita tra amici. Ma paghiamo noi.