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Diritto di critica | November 23, 2024

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Non ci sono i soldi per pagare i debiti della Pubblica amministrazione

Debiti della PANon ci sono i soldi. Il governo deve trovare 8 miliardi entro giugno per scongiurare l’aumento dell’Iva e per rifinanziare la cassa integrazione in deroga. E la promessa di pagare i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese – iniziativa che darebbe nuova energia all’economia italiana – per ora rimane tale: il decreto, che deve essere convertito in legge, è caduto nella palude parlamentare degli emendamenti infiniti. E non sono sufficienti nemmeno quei 4 miliardi messi a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti per i comuni e le province. Infatti, a fronte di questa disponibilità, seppur minima, sono già arrivate richieste per 6 miliardi, mentre per gli ulteriori 4 miliardi di deroga dal patto di stabilità, sono arrivate richieste per 5,2 miliardi.

Pagare il debito, ma con quali soldi? In Parlamento si sta lavorando per allargare la base economica disponibile che, come previsto dal governo Monti, dovrebbe essere, per il 2013-2014, di 40 miliardi. Ma sembra francamente difficile immaginare come tutti quei soldi possano essere trovati entro la fine del 2013. Tutte le forze politiche che appoggiano il governo Letta sembrano d’accordo di fronte alla necessità di confermare la linea intrapresa dal governo Monti. Tuttavia, rimangono oggettive difficoltà sulle coperture: il dibattito è tutt’ora aperto.

Il miraggio di quei 40 miliardi. La sospensione dell’Imu non inciderebbe immediatamente sui conti. E parte dei soldi potrebbero arrivare dal minor costo nel pagamento degli interessi sul debito pubblico, visto che lo spread è tornato a quota 250 ed è probabile, secondo le stime del Tesoro, che possa attestarsi nell’anno tra i 200 e i 250. A questo potrebbe contribuire anche il taglio dei tassi di interesse appena varato dalla Bce con un risparmio annuale di 2-3 miliardi. Tuttavia, la soglia dei 40 miliardi per pagare i debiti della PA appare difficilmente raggiungibile.

Verso la spending review? Per questo, la strada che potrebbe essere presto intrapresa potrebbe essere quella di un’ulteriore spending review, con un taglio secco di 3 miliardi. Questo, però, potrebbe essere controproducente nel momento in cui si dovessero tagliare voci di spesa che al momento sostengono la precaria economia italiana. Nulla di fatto, per il momento, sui rincari fiscali su alcol, fumo e gioco voluti dal Pdl. Anche la Robin Tax, così come pensata dall’ex ministro Tremonti, dovrebbe essere revisionata in modo da non far ricadere sui consumatori il peso di questa tassa.