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Diritto di critica | November 22, 2024

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Andreotti-De Gasperi, i primi passi

“E’ capace di tutto”, gli inizi di Andreotti al fianco di De Gasperi

466649_942754_SF99000000_15550684_mediumChi era Giulio Andreotti prima di diventare la figura politica italiana più amata, odiata, ammirata, invidiata, sospettata? Per un uomo che ha visto da protagonista la storia del nostro Paese svolgersi sotto i propri occhi sono importanti anche le prime scelte, i bivi che conducono da una parte o dall’altra, quei momenti cruciali che l’hanno sollevato per sempre dall’essere un uomo comune.

Per il giovane studente di giurisprudenza la svolta è Alcide de Gasperi. Già prima dello scoppio della seconda Guerra Mondiale Andreotti milita nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana, culla delle menti che daranno vita alla Democrazia Cristiana (c’è anche Aldo Moro), e ne dirige il giornale. Un giorno, alla Biblioteca Vaticana, conosce senza saperlo il futuro leader della Dc, che lavora come impiegato al riparo dalle ire fasciste, e gli viene proposto di lavorare alla rinascita del partito: «Io non sapevo che quel signore fosse De Gasperi – dichiarò poi Andreotti – mi venne chiesto di lavorare con loro, e cominciai. Ma non era affatto nei miei programmi. Poi, si sa, la politica è una specie di macchina nella quale se uno entra non può più uscirne».

Da quell’incontro la rapida ascesa politica. De Gasperi propone il giovane Giulio prima per la candidatura alle elezioni dell’Assemblea Costituente, nel 1946, poi per il ruolo di sottosegretario nel suo governo: «Questo giovanotto è molto bravo e capace – confida lo statista ad un suo ministro – ma è anche capace di tutto». Lungimiranza o profezia della pluridecennale e variegatissima esperienza politica di Andreotti?

Fatto sta che gli inizi del futuro Divo per molti altri politici rappresentano un punto d’arrivo o addirittura un mero sogno; il giovane democristiano si ritrova infatti, a soli 28 anni, a partecipare attivamente alla Storia d’Italia, alla stesura cioè della Costituzione Italiana: «Ricordo De Gasperi, Togliatti, La Pira, Dossetti – disse Andreotti in un’intervista – mentre scrivevano gli articoli, ognuno di questi era frutto di un lavoro intenso pur nelle diversità che c’erano tra i partiti». La Repubblica, la Costituzione, la nuova Italia che nasce dalle macerie della guerra e del fascismo: per Andreotti i primi passi in politica sono quelli decisivi, quelli che temprano un carattere già solido ed inflessibile, per molti versi imperscrutabile, che lo accompagnerà sin dal primo ingresso in Parlamento, nel 1948.

Ma quel giorno in biblioteca segna anche l’inizio di un rapporto umano, altero e duraturo tra Andreotti e il suo eccellente mentore: De Gasperi apprezza le doti e la algida fierezza con cui il ragazzo contribuisce alla politica democristiana. D’altra parte, il giovane Giulio resta ammaliato dalle alte qualità morali e dal pragmatismo dello statista: «Sono stato legato a De Gasperi per tutta la vita della Democrazia Cristiana, era una persona di un’integrità e di una coerenza eccezionali. In tanti anni non ho mai trovato un solo difetto al presidente. Con lui bisognava fare le cose per bene e tempestivamente». Sebbene legati da un sodalizio profondo, comunque, i due leader furono molto diversi durante le loro vite e le loro carriere. Indro Montanelli una volta simboleggiò con una nota frase le differenze tra i due uomini: «Quando andavano in chiesa insieme, De Gasperi parlava con Dio, Andreotti con il prete».

Comments

  1. mogol_gr

    Sempre insieme al guinzaglio degli USA.