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Diritto di critica | December 18, 2024

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Renzi scalda i motori: "Sono pronto" - Diritto di critica

PD: PRIMARIE; RENZI PREPARA TOUR IN CAMPERL’ANALISI – «Mettiamola così: se ci fossero le condizioni ci starei. Nonostante Fioroni. E senza Fioroni». Le parole di Matteo Renzi, anticipate in uno stralcio dell’intervista sull’Espresso in edicola venerdì, non lasciano spazio a dubbi: il sindaco di Firenze è pronto a prendere per mano il Pd, se Bersani dovesse fallire. E se fino ad ora aveva lasciato che il Partito democratico seguisse la strada indicata dall’attuale segretario e dal suo staff, in attesa degli eventi Renzi fa sapere che al prossimo turno ci sarà.

L’annuncio, in realtà, non sorprende più di tanto. Oltre al sindaco di Firenze, infatti, pochi altri sarebbero in grado di succedere a Bersani. E le primarie sono servite a chiarire proprio questo. Al di là dell’attuale segretario c’è solo Renzi. Se ci fosse stato prima, viene da chiedersi al di là dell’esito delle discusse primarie del Pd, come sarebbe stata questa campagna elettorale? Grillo avrebbe avuto così tanti consensi? E il Pdl? Il sospetto che i giochi sarebbero stati ben più combattuti e aspri da parte del Pd, c’è. Almeno a giudicare la campagna elettorale in sordina vista prima delle elezioni, con Bersani che ha lasciato giocare e far notizia Monti, Grillo e Berlusconi, nella sicurezza di un vantaggio tanto ipotetico quanto fragile, capitalizzato giorno dopo giorno dal Cavaliere e dal comico genovese.

Di spessore anche la risposta che il sindaco di Firenze dà riguardo la motivazione che l’ha spinto a non cambiare partito né a farsene uno tutto suo: “sono rimasto nel Pd e con Bersani – ha spiegato all’Espresso – non solo perché sono leale alla Ditta, ma anche perché penso che per l’Italia sia utile avere due grandi partiti: non possiamo continuare con l’idea che ognuno si fa il suo partitino”. Come dire: i partiti si cambiano dall’interno, non fuggendo. E il risultato di Monti con il suo partito ha dato ragione a Renzi: da solo e nonostante il suo carisma, a pochi giorni dalle elezioni, avrebbe concluso ben poco e certo non avrebbe mai potuto tener testa al Partito democratico né al Pdl. Meglio dunque restare “nella Ditta”, attendere e poi prenderne il timone quando i fatti sbugiarderanno l’attuale dirigenza. E così ha fatto.

Se e quando scenderà in campo, dunque, Renzi potrebbe trovarsi alla guida della grande macchina del Partito democratico. Indebolita, acciaccata, ma pur sempre un mastodonte politico capace – grazie all’ormai nota “loquela” dimostrata dal sindaco di Firenze – di rubar voti al centrodestra – da sempre vero obiettivo di Renzi – prospettiva che spaventa non poco la dirigenza piddiellina, nascosta e quasi annullata dietro Silvio Berlusconi.

Twitter@emilioftorsello

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Comments

  1. RENZI VAI AVANTI !!!