Quel vizio di ritorno, tanti rischi della sigaretta elettronica
Sabato sera, pizzeria con gli amici. Basta alzare lo sguardo e vedere una nuvola di fumo alzarsi dal tavolo accanto. Non siamo in una (rara) sala fumatori. Bensì, in un ristorante dove, per legge, è vietato fumare. E quello non è fumo (l’apparenza inganna) ma una vaporizzazione. Se per un attimo sembrava esser tornati indietro nel tempo al 2004, in realtà è solo il semplice effetto dell’ultima moda del momento, quella necessità di fumare in ogni luogo, che prima non c’era e adesso c’è. Si chiama “sigaretta elettronica”, un piccolo vaporizzatore di uno speciale liquido che sembra in tutto e per tutto fumo.
Che ci “fumiamo”? Complice il calo repentino dei prezzi, il mercato della sigaretta elettronica è esploso. L’apparato elettrico – che si attiva inspirando – è prodotto in Cina, mentre il liquido che viene inalato può venire da varie parti del mondo, solo in alcuni casi dall’Italia. Ma cosa respirano i fumatori “elettronici”? Glicerina, glicole propilenico, glicerolo, aromi, acqua ed eventualmente nicotina. Sia la glicerina che il glicole propilenico vengono impiegati da vari anni nei prodotti cosmetici e sono sicurissimi sulla cute. Tuttavia, spiegano dall’Istituto superiore di Sanità, “nessun test è stato effettuato sulle mucose polmonari, soprattutto se inalati in grande quantità”. C’è poi un altro fatto, legato alla sicurezza delle sostanze impiegate. Negli Usa, quattro anni fa alcune ricariche di produzione cinese contenevano sostanze cancerogene come quelle impiegate nel liquido anti-gelo delle auto, per dare un migliore effetto “fumo”.
Non aiutano a smettere di fumare. Ma, secondo l’Istituto superiore di Sanità, in una comunicazione al Ministero della Salute sull’aggiornamento scientifico “in merito alla pericolosità delle sigarette elettroniche contenenti nicotina” (protocollato il 20/12/12) i rischi relativi a questi prodotti sono altri. Queste e-cigarette “potrebbero rappresentare un rischio di iniziazione al fumo di sigaretta convenzionale […] e di potenziale dipendenza dalla nicotina”, oltre che “riattivare l’abitudine al fumo per gli ex fumatori” anche per colpa di una pubblicità ai limiti dell’ingannevole. Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità mette in guardia da questi rischi e “raccomanda ai fini dell’utilizzo in luoghi pubblici di tali sistemi contenenti nicotina l’adozione delle stesse restrizioni previste per ridurre il fumo convenzionale di seconda mano”, cioè il fumo passivo. Inoltre, sempre secondo l’Oms, non è dimostrato che questi prodotti siano in grado di eliminare l’assuefazione al fumo vero e invita i singoli paesi ad adottare norme che li considerino “dispositivi medici” e non prodotti da tabacco.
La e-cigarette nel mondo. Negli Usa, la Food and Drug Administration ha stabilito di assimilare la sigaretta elettronica ai prodotti da tabaccheria, tranne per gli usi terapeutici, su richiesta medica. Inoltre, per proteggere i minori, alcuni stati americani hanno stabilito un’età minima sotto la quale è vietato l’acquisto della sigaretta elettronica. Nell’Unione europea, invece, molti paesi hanno deciso di considerarli prodotti farmaceutici, mentre in altri, come la Francia, la loro commercializzazione è limitata all’esclusivo uso terapeutico.
L’Italia senza regole. E in Italia? Il mercato è praticamente libero, ad eccezione di un’ordinanza del Ministero della Salute che vieta l’acquisto delle sigarette elettroniche con nicotina ai minori di 16 anni. Eppure, secondo l’Istituto superiore di Sanità, urge una regolamentazione completa e in tempi brevi. Infatti, da uno studio condotto sulle quantità di nicotina presente nelle ricariche delle sigarette elettroniche, emerge che “presentano potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non è possibile escludere il rischio di effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori in giovane età”. Per questo l’Iss si augura che ci sia presto l’obbligo di evidenziare sulle confezioni i rischi per la salute. In base a questa comunicazione, molte importanti aziende hanno deciso di vietare proprio nelle ultime settimane l’uso di queste sigarette elettroniche sul luogo di lavoro, mentre sui treni, i controllori chiedono ai fumatori “elettronici” di non attivarle. E nei ristoranti che stanno divenendo delle fumerie mediorientali? Sarà probabilmente necessario un aggiornamento della legge attuale.
Twitter: @PaoloRibichini
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L’Istituto Superiore di Sanità fa la pulce alle sostanze cancerogene presenti nelle sigarette elettroniche: perché non lo fa anche per le sigarette tradizionali? Perché lo stato non rinuncia al conflitto d’interessi proveniente dal monopolio dei tabacchi, chiamandosi fuori dalla vendita di sostanze nocive ai propri cittadini? Facile: denaro. Lo stesso motivo per cui adesso si fingono preoccupati dalle sigarette elettroniche. Lo stato già vende morte, quello che vuole è soltanto essere pagato per farlo, sia essa una morte bruciata o vaporizzata.
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Si dice che ci sia un bilancio negativo fra i costi dei ricoveri per le malattie dovute al fumo e la vendita delle sigarette. Ma non si tiene conto del risparmio sulle pensioni. Le persone che conosco che fumano e sono in pensione sono veramente pochissime
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Confermo!
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Perchè prima di scrivere che è inutile come strada per smettere/diminuire di fumare quelle tradizionali, non fate qualche sondaggio?????io ho smesso e non sono l’unico…
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Non lo scriviamo noi che le sigarette elettroniche sono inutili per smettere di fumare. Lo scrive l’istituto superiore di Sanità e l’Organizzazione mondiale di Sanità. Anzi, non dicono che sono inutili, ma che non ci sono evidenze scientifiche a riguardo
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Ok, per ora non ci sono evidenze scientifiche, ma l’evidenza delle innumerevoli testimonianze di persone che sono passate alla sigaretta elettronica e che si sentono meglio, la vogliamo considerare, o vogliamo solo continuare a fare muro di gomma e vendere pacchetti di morte sicura a 5 euro l’uno ?
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Sì ma io non ho capito a chi e perché facciano male e soprattutto non ho capito per quale motivo sarebbe lecito preferire le sigarette normali a quelle elettroniche. Forse fanno male, bisogna fare ricerche approfondite, abituano i minori a fumare… mah! La prima sigaretta in media si fuma a 14 anni… ed è una sigaretta vera, di quelle che quando tiri ti entra il catrame nei polmoni. Io sono passato dalle Marlboro alle Categoria da circa 5 mesi e non ho avuto che vantaggi da questo cambiamento. L’istituto della Sanità lo sa che mi sento molto meglio? Mi sveglio più riposato, non puzzo più, riesco a correre per più di mezz’ora senza dovermi fermare ogni 200 metri. Non sono mai stato un complottista, ma fare 2 + 2 e considerare come le lobby del tabacco stiano perdendo tantissimi soldi dal calo delle vendite è piuttosto facile…
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Le sigarette elettroniche fanno decisamente meno male rispetto a quelle in tabacco. E nella ricerca dell’Iss non si dice il contrario. Tuttavia, non si può spacciare questo prodotto come innocuo per la salute. Quindi, per il principio di precauzione, dovrebbero essere vietate nei luoghi pubblici chiusi e si dovrebbero indicare i rischi legati all’assunzione della nicotina presente nelle cartucce
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All’istituto superiore della sanità non intressano le lobby del tabacco, interessano le accise, è da li che prendono i lauti stipendi
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La tassazione sui prodotti da fumo è un’importante fonte di entrate per lo stato. Quindi, da cittadini dovremmo porci un interrogativo: o le sigarette elettroniche sono prodotti da fumo (e quindi devono essere tassate come le normali sigarette), oppure sono prodotti sanitari e quindi andrebbero vendute in farmacia con prescrizione medica, come tutti i prodotti sostitutivi del fumo (vedasi cerotto alla nicotina).
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Lo stato sta facendo di tutto per screditare questo nuovo e valido prodotto perché non ha guadagni in merito e quindi ci sta smenando troppo. Per farlo sta cercando (o cercherà) di vietare l’uso delle e-sig nei locali pubblici con la scusa che il VAPORE passivo faccia male. A questo proposito sono stati fatti degli studi ed è emerso che nell’aria, a parte l’aroma (profumo) del liquido, non vengono rilevate sostanze. Nel link di seguito potrete andare a leggere tutti i risultati di questo studio.
http://www.bertulessi.it/download/CSA_ItaEng.pdf-
Lo studio citato dice una cosa diversa: dice che le sostanze presenti nell’aria di un locale dove si fumano sigarette elettroniche ha una concentrazione molto più bassa di sostanze tossiche rispetto ad un locale dove si fumano sigarette di tabacco. Poi cosa significa “valido prodotto”. Perché può aiutare a smettere di fumare? In questo caso, però, dovrebbe essere venduto come prodotto medicale come i cerotti con la nicotina e non lasciato alla libera vendita visto che contiene nicotina. O altrimenti deve essere considerato prodotto da fumo e tassato come le normali sigarette
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Mi faccia capire: lei ritiene attendibile uno studio finanziato da una marca che produce ricariche per le sigarette elettroniche?
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Ovviamente solo di quello non mi fiderei, per quello ho citato l’iniziativa indipendente di CASAA, alla quale ho contribuito. E’ comunque un inizio, e potrà servire come base e stimolarne altri, visto che gli organi ufficiali invece di fare il loro dovere, non fanno altro che fare allarmismo.
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Sono un ex fumatore di sigarette tradizionali , non potete capire la differenza tra fumare una sigaretta analogica a una elettronica
mettere a paragone 4 sostanze contenute nella EC contro le oltre 4000 di una sigaretta tradizionale….. non e`poco .
Per i locali pubblici sono anch`ìo per il NO , questo fumo puo dare fastidio ad altre persone
I liquidi sono di vari gusti e concentrazione di nicotina sino ad arrivare a 0 mg. , per questo hai la possibilita di smettere, limitando la nicotina a distanza di tempo ed arrivare a 0 mg. , cosa che con la sigaretta tradizionale non potrai mai !!
E` cosi che si puo smettere di fumare, entrate in qualche blog e vedete realmente come funziona, ne esistono tanti .
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Quando i liquidi potranno essere venduti solo nelle farmacie con sopra una bella tassa dello stato, allora e solo allora la sigaretta elettronica non farà più alcun male.
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Se c’è nicotina nelle ricariche fa male sia oggi che domani quando sarà vendibile solo in farmacia. A meno che adesso qualcuno non voglia smentire il fatto che la nicotina sia una sostanza stupefacente che provoca l’aumento della pressione e l’incremento del battito cardiaco, fino a d essere addirittura letale
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La nicotina no fa male se assunta in piccolissime dosi. Causa dipendenza immediata, più di qualsiasi altra droga. Non aumenta la pressione, non fa male al cuore e non causa tumori. Per assurdo, è letale se assunta in alto dosaggio. Non certo 9 microgrammi per millilitro.
Va bene mettere in guardia le persone dall’uso sbagliato di un dispositivo poco noto e sul quale non ci sono studi approfonditi.
Ma risolvere il problema asserendo che la sigaretta elettronica fa male a prescindere, mi pare una bella ipocrisia.
Sulle sigarette tradizionali c’è scritto sopra che UCCIDONO, eppure sono vendute senza che nessuno se ne preoccupi più di tanto.
La cosa importante è che i fumatori si uccidano in casa propria.-
Lei è un ricercatore? O ha qualche studio che dimostra che la nicotina non sia tossica se assunta in piccole quantità?
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Non voglio entrare in polemica con lei ma una semplice ricerca in rete ci dice che: la nicotina è un alcaloide naturale presente nel tabacco in percentuale dal 2 al 8%, che di per sé non è particolarmente tossico, anche perché viene rapidamente eliminato dal fegato (articolo del Corriere della Sera).
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