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Diritto di critica | November 25, 2024

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I francesi uccidono in Mali il capo jihadista, ecco chi era

Abdelhamid-Abou-ZeidAbdelhamid Abu Zaid è morto, assieme a una quarantina di militanti jihadisti, sotto i colpi dell’esercito francese. Lo scontro sarebbe avvenuto il 25 febbraio scorso ai piedi delle montagne Adrar des Ifoghas, nel nord del Mali. La zona è da tempo bersaglio di incursioni militari francesi e ciadiane che hanno l’obiettivo di stanare i jihadisti; ulteriori attacchi sono inoltre stati segnalati nella zona di Tigrargara.

Abu Zeid, noto sequestratore di cittadini occidentali, ritenuto l’organizzatore di più di 20 sequestri negli ultimi 5 anni che avrebbero portato nelle tasche dell’Aqmi decine di milioni di dollari, è ritenuto anche il responsabile dell’uccisione del britannico Edwin Dyer nel 2009 e del settantottenne francese Michel Germaneau nel 2010.

Zeid è inoltre citato nel racconto del diplomatico canadese ed ex ostaggio dell’Aqmi, Robert Fowler che ha affermato come il leader jihadista abbia rifiutato cure mediche a due ostaggi con la dissenteria, uno dei quali punto anche da uno scorpione.

Abu Zeid era inoltre tristemente noto a Timbuktu dove, una volta giunto con i suoi miliziani, ha messo in atto una violenta repressione nei confronti della popolazione responsabile di non rispettare la versione della Sharia che lui stesso aveva imposto, ordinando numerose amputazioni e la distruzione dei mausolei sufi.

Nato nel 1965 nella regione algerina di Debdad, Abu Zeid si unisce al Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento (Gspc) nei primi anni Novanta, durante il periodo della guerra civile in Algeria; il gruppo nel 2006 entra a far parte di Al-Qaeda e nel 2007 cambia nome in Aqmi.

Secondo gli analisti Abu Zeid era uno dei luogotenenti del capo dell’Aqmi,  Abdelmalek Droukdel, e potrebbe essere stato proprio lui ad essere entrato direttamente in conflitto con Mokhtar Belmokhtar, accusandolo di non condividere più i principi jihadisti dell’organizzazione; contrasto che ha portato Belmokhtar a lasciare l’Aqmi per creare un nuovo gruppo, al-Mua’qi’oon Biddam (“coloro che firmano con il sangue”), responsabili dell’assalto all’impianto petrolifero di In Amenas lo scorso 16 gennaio, assieme a un altro gruppo jihadista, il Movimento dei Figli del Sahara.

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