Truffe e tangenti, ecco il lato oscuro della finanza
S.Valentino nero per chi ama il denaro facile. E’ stato arrestato ieri il finanziere-truffatore Alessandro Proto, per aggiotaggio, manipolazione del mercato e truffa agli organi di vigilanza: aveva sfiorato la candidatura con il Pdl. In manette anche Angelo Rizzoli per bancarotta fraudolenta da 30 milioni di euro, indagato con la moglie De Nichilo. Intanto nello scandalo Formigoni emerge la “gola profonda” che avvertì il presidente della Lombardia: ‘attenti, Daccò parla’. La finanza creativa azzurra colpisce ancora.
Alessandro Proto ha divulgato “false informazioni (al mercato, ndr) completamente idonee ad alterare in maniera sensibile il prezzo delle azioni Rcs-Mediagroup e Tod’s”. E’ la prima accusa della Guardia di Finanza al creativo finanziere 38enne, che avrebbe così ottenuto un guadagno illecito sulle spalle degli investitori. L’aggiotaggio, ovvero l’uso di false informazioni per alzare i prezzi delle azioni, era a quanto pare una sua pratica ricorrente: da oltre un anno, ricostruisce il gip Stefania Donadeo, Proto ha nascosto all’autorità di vigilanza (Consob) e al mercato gli effettivi protagonisti delle sue operazioni, definendoli “stranieri e quindi da tutelare per obbligo di riservatezza”. Secondo la guardia di Finanza, però, tutte le operazioni erano riconducibili ad imprenditori italiani che cercavano, attraverso Proto, di ottenere finanziamenti al di fuori dei circuiti bancari. Il broker era stato proposto per la candidatura alle elezioni di febbraio in quota Pdl, poi scartato.
Sempre ieri l’imprenditore Angelo Rizzoli è stato arrestato a Roma. L’accusa è di bancarotta fraudolenta per 4 società di produzione televisiva, per un crac totale di 30 milioni di euro. Per le sue condizioni di salute l’arresto è stato trasformato in ricovero al Pertini. La Procura di Roma ha ricostruito un sistema di subappalti interno al gruppo Rizzoli (ora “Tevere Audiovisivi”) volto a svuotare le casse aziendali: la società madre incamerava gli incassi delle controllate e vi delegava i costi, salvo poi non pagare le fatture – in particolar modo quelle all’Erario e agli enti previdenziali. Il conseguente fallimento delle 4 controllate “liberava” poi Rizzoli (e la moglie Melania De Nichilo, deputata del Pdl ed anch’essa indagata per concorso in bancarotta) dal pagamento di questi debiti. Un “tesoretto” da 20 milioni di euro, di cui 8,4 erano già stati sottratti dalla “Tevere Audiovisivi” per “sparire” nella cassaforte di famiglia “Gedia”. Alla fine dei giochi, l’imprenditore manteneva il denaro in tasca e lo Stato perdeva 20 milioni di euro.
Non basta ancora, la giornata di S.Valentino ha riservato altre sorprese. Nell’inchiesta sulle tangenti del San Raffaele di Milano e della Fondazione Maugeri, emerge la “gola profonda” che informò Formigoni delle confessioni imminenti di Piero Daccò. Si tratta di Lucia Vicario, amica del presidente della Regione Lombardia, di cui gli inquirenti hanno intercettato una conversazione “scomoda”: a tre giorni dalla nuova ordinanza cautelare per Daccò, la Vicario diceva al segretario di Formigoni che “PD (Piero Daccò, ndr) parla, è notizia certa”. Il presidente della Lombardia, secondo i pm, sarebbe così stato informato (contro il segreto istruttorio delle indagini) che il faccendiere stava per confessare il giro di tangenti e di finanziamenti elettorali illeciti ottenuti da Formigoni dal S.Raffaele, da Sadler e dalla Fondazione Maugeri.