Contro la droga, in campo le politiche sociali. Accade in Messico, il Paese preda dei narcos - Diritto di critica
Individuate le 251 città più violente e i quartieri più pericolosi del Messico, le nuove politiche del governo Nieto cercano di arginare il drammatico fenomeno della criminalità organizzata e dello spaccio di droga non attraverso la repressione, ma in modo lungimirante: il massiccio investimento economico in programmi sociali (5,9 miliardi di euro) destinato ai giovani, in modo che non si uniscano ai cartelli criminali.
L’ex presidente Felipe Calderon Hinojosa cercò di contrastare i narcos messicani mostrando i muscoli e inviando sul territorio migliaia di soldati. Ora, invece, il governo intende destinare risorse per la costruzione di strade e per aumentare le ore di scuola. “E’ chiaro che dobbiamo sostenere la prevenzione – ha spiegato il presidente Nieto in un discorso al pubblico nello stato di Aguascalientes – perché non possiamo solo impiegare più polizia, attrezzature militari migliori e una presenza maggiore delle forze armate nel paese come unica forma di lotta contro la criminalità organizzata”.
Il senso del discorso dell’attuale presidente contrasta con quello del predecessore Felipe Calderon, che più volte si era vantato del numero di criminali uccisi e di quelli arrestati. Il discorso del presidente Nieto e del ministro dell’Interno Osorio Chong ha tralasciato gli episodi delle continue violenze nel paese, dei crimini orribili commessi dai cartelli criminali, compreso l’assassinio di un intero gruppo di 17 persone nei pressi della città settentrionale di Monterrey, oppure lo stupro di gruppo di 6 turiste spagnole nella città turistica di Acapulco.
Gli esperti dicono che la nuova politica, in tema di lotta alla criminalità, prevederà l’istituzione di nove dipartimenti federali coordinati da una Commissione per la Prevenzione della Violenza e della Criminalità. Tra coloro che sono scettici al riguardo c’è un analista della sicurezza ed ex alto funzionario in un’agenzia di intelligence messicana, Alejandro Speranza, che al Guardian ha detto: “Si stanno spendendo molti soldi in questi programmi. Questo è il motivo del mio scetticismo. Non c’è ancora un livello di specificità e trovo questa cosa sconcertante”. I funzionari hanno pubblicato un elenco parziale delle comunità che beneficeranno del programma, con città violente come Acapulco e quelle, relativamente tranquille, come Oaxaca.
Non è ancora chiaro quanti saranno i destinatari dei programmi sociali. Il programma per combattere la fame, presentato il mese scorso, dovrebbe aiutare sette milioni di messicani nei 400 municipi più poveri del paese. Il ministro dell’Interno Chong ha detto che gli sforzi dovrebbero concentrarsi sul miglioramento delle condizioni della salute e dei servizi sociali, aiuto per le madri single nel trovare lavoro, più arte e cultura nelle scuole, più posti di lavoro attraverso progetti di costruzione delle strade, una campagna nazionale di promozione della “cultura della pace”, riducendo i crimini in casa e aumentando la prevenzione e il trattamento della tossicodipendenza. Il presidente Nieto ha sottolineato che sarà aumentato da 6 a 40mila il numero delle scuole con il tempo pieno di otto ore, invece di classi che finiscono la didattica alle ore 12.
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