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Diritto di critica | November 24, 2024

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Nicola Cosentino? Andava candidato

cosentinoIL GRAFFIO – Nicola Cosentino andava candidato, è evidente a chiunque abbia un minimo di buonsenso. E non solo perché – a differenza del Cavaliere – “Nick O ‘Mericano” non ha mai ricevuto uno straccio di condanna nemmeno in primo grado, ma per quella coerenza “di partito” che – davanti a quanto accaduto – ha dimostrato la sua inconsistenza.

Cosentino andava candidato per una questione di coerenza, sì, perché il Pdl (e la Camera) l’aveva già “salvato” dall’arresto sostenendo la sua innocenza con gran clamore mediatico e con i deputati Pdl che, in quell’occasione, non mancarono di sperticarsi in abbracci e strette di mano nei confronti del parlamentare, congratulandosi per lo scampato pericolo. Era il 12 gennaio 2012: 309 voti contrari all’arresto, 298 favorevoli. Ma ancora prima, il 10 dicembre 2009, l’ex coordinatore campano del Pdl si era salvato un’altra volta dalla richiesta di arresto, con 360 no e 220 sì. Adesso, però, per il chiasso mediatico scatenato sui nomi dei cosiddetti “impresentabili” e per raggranellare qualche voto in più, sondaggi alla mano, il Pdl ha clamorosamente scaricato chi prima difendeva con abbracci e strette di mano. Delle due l’una. Di certo però questo non è rinnovamento, al massimo si tratta di ipocrisia (per essere gentili), per non dire di una presa in giro, come se gli italiani avessero l’anello al naso.

– L’ACCORDO SEGRETO TRA BERLUSCONI E COSENTINO <– LEGGI

Ma c’è un’ultima incoerenza di fondo che dà la tara di quanto sia finto il “repulisti” interno al Popolo delle Libertà e si chiama Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, infatti, a differenza di Nicola Cosentino, ha una condanna in primo grado, mentre il parlamentare campano non può ancora “vantare” nemmeno un pronunciamento dei giudici di prima istanza. Anche qui: delle due l’una. Se la legge è uguale per tutti e se di vero rinnovamento di partito si sta parlando, allora prima di Cosentino non bisognerebbe candidare proprio Silvio Berlusconi che, diversamente dal coordinatore campano, una condanna in primo grado sul groppone ce l’ha. Ma è evidente che la coerenza interna al Pdl non esiste.

Si badi bene: in questa sede non si sta difendendo Nicola Cosentino – tocca ribadirlo dato che gli smanettoni superficiali muniti di tastiera di cui è popolato internet potrebbero subito lanciare accuse idiote di questo tipo. Qui si sta semplicemente sottolineando l’incoerenza di partito, targata Pdl: prima difende e salva Cosentino dall’arresto, si spertica in una difesa di categoria, poi lo silura sotto elezioni in nome di un presunto rinnovamento che gli fa però candidare come capolista in tutta Italia un condannato in primo grado. Silvio Berlusconi. Alla faccia del “fare pulizia”. Chiamiamola ipocrisia.

Twitter@emilioftorsello

Comments

  1. Uno dei pochi articoli da Lei scritti ad avermi convinto appieno; m’ha anche strappato un sorriso.

  2. Davide

    Sento tanto discutere in merito alla capacità degli italiani di discernere, riconoscendo a colpo d’occhio le vane od illusorie promesse. Purtroppo la storia recente ci insegna ben altro e, questa resta una mia convinzione, ci dimostrerà ancora un volta, la prossima, che gli italiani HANNO l’anello al naso.

  3. pidmhw

    Pienamente d’accordo con l’articolo sopra scritto.
    Questi sono metodi da “cupola”, mandare in pasto i pesci piccoli (COSENTINO) per coprire i BOSS (S.B.).
    E questo sarebbe il rinnovamento della politica ITALIANA?
    SIAMO MESSI PROPRIO BENE