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Diritto di critica | November 22, 2024

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Lazio, salta il Piano Rifiuti Polverini

Non c’è pace per il Lazio: i rifiuti della Capitale sommergono Malagrotta e le cure proposte sono peggiori della malattia. Il Tar del Lazio blocca il Piano approvato un anno fa dalla giunta Polverini, perché “non tutela la salute dei cittadini e danneggia concretamente l’ambiente”. Ed è anche sbagliato nelle previsioni. Tutto da rifare, dunque, mentre Malagrotta continua ad operare in eccesso e bel oltre il limite di sopportazione ambientale.

Il Tar del Lazio ha bocciato il Piano rifiuti della Regione Lazio. La Giunta Polverini aveva impiegato quasi un anno a progettare l’era post-Malagrotta, e il Piano rifiuti approvato a gennaio 2012 doveva essere la soluzione. Una soluzione già bocciata dall’Unione Europea lo scorso anno, perché violava sia la Direttiva Discariche che la Legge Quadro dei rifiuti. In questi documenti, rileva il Tribunale amministrativo del Lazio, si indica chiaramente che “non basta modificare i rifiuti destinati a discarica con la tritavagliatura (compressione, separazione generica, sminuzzamento, etc), ma bisogna impedire il più possibile le ripercussioni sull’ambiente e i rischi per la salute umana”.

Non è sufficiente cioè triturare i rifiuti e buttarli in un buco: liquidi tossici, infiltrazioni nel terreno e dispersione di sostanze chimiche nell’ambiente non sono tollerabili. Il problema non è, sottolineano i giudici, l’uso o meno delle discariche e degli inceneritori: il vero ostacolo è l’assenza di misure preventive per contenere ed eliminare le sostanze nocive, che in discariche “tradizionali” si disperdono senza controllo. Il principio di precauzione è violato, aggiunge il Tar, “proprio sulle scelte (anche pianificatorie) dell’amministrazione”, che aumenterebbero il rischio di contaminazioni e di malattie per i cittadini.

La Regione tentava di far passare il piano professando la “transitorietà del progetto“: è una prima soluzione d’emergenza (buttare i rifiuti solo tritovagliati in discarica a Corcolle o ai Monti dell’Ortaccio), arriveranno attrezzature migliori. Ma il Tar non ci sta, le previsioni sono fin da ora sballate e i volumi ipotizzati dalla Regione superati da un pezzo. Bisogna ricominciare: a via della Pisana dovranno “istruire adeguatamente il nuovo procedimento e motivare congruamente le proprie scelte, tenendo conto di tutti gli elementi di valutazione a disposizione”.

Sarà la nuova giunta, ancora da votare, a caricarsi questo fardello. Cosa non facile, visti i fallimenti nel settore delle ultime 4 legislature regionali. Ma l’emergenza incalza. Malagrotta è ormai oltre la capienza massima (non solo regolamentare ma anche possibile) e Roma continua a produrre rifiuti a ritmi crescenti.