Il cyber-bullismo, quando il "cinguettio" ferisce
- Redazione+
- 9 Gennaio 2013 Aggiungi questo articolo al tuo Magazine su Flipboard
di Stefano Nicoli
La tastiera al posto dei pugni, le foto rubate al posto degli spintoni, 140 caratteri al posto delle offese gridate al mondo. La nuova frontiera del bullismo sembra essere questa. Cambiano gli strumenti ma non i risultati; quelli, purtroppo, sono atroci nella loro canonicità. Carolina Picchio, 14enne di Novara, come tanti altri prima di lei, ha deciso di farla finita con chi la insultava sul web gettandosi dal terzo piano della casa nella quale abitava. “Inspiegabile” secondo gli amici, “imprevedibile” secondo il suo allenatore di atletica, eppure è accaduto. E Carolina non è l’ultima della lista.
Foto osé. Oltre ad offese che possono essere più o meno velate, in alcune situazioni si raggiungono picchi estremi di cattiveria. Ad esempio quello di un 25enne di Sulmona, in provincia de L’Aquila, che avrebbe deciso di pubblicare su Facebook foto osé di una ragazza di 14 anni, mettendola così alla gogna su uno dei più popolari social network. Ci si chiede se si tratti di un ricatto perpetrato nei suoi confronti oppure se non sia addirittura un fotomontaggio, con il preciso scopo di renderla oggetto di scherno da parte dei suoi coetanei.
Offese anche per i concerti. Ricordate Woodstock? Il concetto della musica come qualcosa che riesca ad unire piuttosto che a dividere? Altri tempi. Per Flora, ragazza di 17 anni, i suoi gusti musicali sono diventati un incubo. Lei, fortunata per aver vinto i biglietti per un concerto di una delle sue band preferite, gli “One Direction”, si è ritrovata sommersa da ondate di insulti, offese e minacce di qualsiasi genere dai suoi follower, passati da 200 a 12.500 in pochissimo tempo. Le frasi più acri sono quelle dei “Belieber”, fan di Justin Bieber (al cui concerto Flora assisterà): “Lavati con la benzina e asciugati con l’accendino”, “Se ti incontro ti prendo a sberle” e “Vai a dormire in una tomba” sono solo alcune dei “cinguettii” che campeggiano sul profilo Twitter di Flora, addirittura accusata di essere la figlia del proprietario della Kinder e per questo motivo destinataria di biglietti gratis per qualsiasi concerto. Ma anche gli stessi fan dei “One Direction” non si risparmiano: “Fai schifo, non hai nemmeno pianto quando li hai visti.” Cattiverie gratuite, che hanno minato la sicurezza di Flora: “Adesso ho paura ad andare ai concerti, mi minacciano e sono migliaia.”
Hashtag in soccorso. Ma le reazioni a questo fuoco di fila non si sono fatte attendere. Fortunatamente, qualcuno ha capito la necessità di non far mancare il supporto a Flora: l’hashtag “IoStoConFlora” ha infatti registrato centinaia di tweet: “Smettetela di insultarla” è il leitmotiv dei “cinguettii”, nella speranza che un briciolo di ragionevolezza riesca ad arginare la dilagante cattiveria, sia nei confronti di Flora che nei confronti di tutte le altre vittime del “cyberbullismo”.
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