Disoccupati, precari e cassaintegrati. Fotografia di un'Italia sull'orlo del baratro
Non c’è ricetta Salva-Italia o Cresci-Italia che tenga per la disoccupazione italiana. Secondo i dati comunicati oggi dall’Istat, provvisori e destagionalizzati, il tasso di disoccupazione giovanile – dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni – a novembre scorso è stato pari al 37,1%. Il dato è in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente e di cinque punti nel confronto tendenziale (rispetto al novembre 2011). Indice di un Paese che non riesce a rialzarsi e sta lasciando indietro le perle del suo sistema produttivo: i giovani.
E questo esercito di disoccupati, in molti casi con la massima aspirazione di un contratto precario, per cui non c’è articolo 18 che tenga, da politici e sindacati vorrebbe qualcosa in più che non proclama. A fronte di un trend che non accenna a diminuire dato che, su base annua la disoccupazione complessiva continua a crescere del 21,4%, ovvero di 507 mila unità.
Precari e disoccupati, un esercito senza prospettive. Complessivamente nel nostro Paese i disoccupati sono due milioni e 870mila, 641mila hanno tra i 15 e i 24 anni (pari al 10% dei giovani). Che aggiunto ai 3,5 milioni di precari (stipendio medio: 836 euro netti al mese, dati Cgia Mestre), fanno un esercito di persone senza tutele (vedi articolo18 e simili). In tutto – tra disoccupati e precari – in Italia si contano 6,3 milioni di persone che cercano di arrivare a fine mese come meglio possono, senza certezze e con poche prospettive. E nei primi 11 mesi dell’anno le richieste di disoccupazione sono state 1.285.299 con un aumento del 14,49% rispetto allo stesso periodo del 2011. In molti casi, almeno per i giovani, il principale ammortizzatore sociale è rappresentato dalla famiglia.
I cassaintegrati. Per chiudere il quadro, però, non bisogna dimenticare i cassaintegrati, tutte persone che a breve potrebbero finire nelle statistiche di cui sopra. A dicembre 2012, secondo quanto ha reso noto l’Inps, sono aumentate le richieste per la Cig: sono state autorizzate 86,5 milioni di ore, con un +15,3% rispetto ai 75 mln di ore autorizzate nello stesso mese del 2011. Complessivamente, nel 2012 si è giunti a quota 1.090,6 milioni di ore autorizzate, contro i 973,2 milioni del 2011 (+12,1%). Per quanto riguarda invece la Cassa Integrazione Straordinaria (Cigs), a dicembre 2012 sono state autorizzate 33,6 milioni di ore con una diminuzione del 27,2% rispetto a novembre 2012 (46,1 milioni) e un +2,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (32,7 milioni).
Una situazione che – unita alla disoccupazione in continuo aumento e a un precariato ben lontano dal concetto di flessibilità cui si dovrebbe ispirare – non migliora ma anzi ci sta portando nel baratro. E sono questi i dati con cui – al di là dei proclami sull’Imu, sui candidati premier diversamente “colorati” e su vecchi ritorni di fiamma – la nostra politica e i futuri candidati – da Grillo a Ingroia, passando per Bersani, Monti e Berlusconi – dovranno confrontarsi e dire cosa abbiano intenzione di fare una volta al governo del Paese.