Cori razzisti, il Milan dà l'esempio e abbandona il campo
L’ennesimo vergognoso episodio di razzismo ed intolleranza colpisce il mondo del calcio. E’ successo ieri allo stadio Speroni di Busto Arsizio, in provincia di Varese, dove il Milan stava giocando un incontro amichevole contro la squadra del Pro Patria. Un gruppetto di tifosi locali ha ripetutamente bersagliato con cori razzisti e i soliti “buuu” i giocatori di colore del Milan, Boateng, Emanuelson, Muntari e Niang. Intorno alla mezz’ora di gioco Boateng, innervositosi per i continui insulti, ha preso il pallone e lo ha calciato verso il gruppo di spettatori e ha abbandonato il campo, seguito da tutta la squadra rossonera; inutili i tentativi di calmarlo da parte di alcuni giocatori del Pro Patria.
Fanno quadrato attorno a Boateng sia squadra che società rossonera e solidarietà nei confronti del giocatore tedesco/ghanese giunge anche dal presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, nonchè da Vincent Company e Rio Ferdinand, le due stelle rispettivamente di Manchester City e United. Nel frattempo la questura di Varese ha dichiarato di aver individuato i soggetti presenti nel settore dal quale sono partiti i cori ingiuriosi e si valutano provvedimenti penali e amministrativi.
Piuttosto sconcertati invece le dichiarazioni del sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, il quale, dopo aver dichiarato: “Non è possibile che una minoranza infanghi il nome della Pro Patria e della città”, ha definito una “reazione impropria” la decisione del Milan di lasciare il campo e si è lamentato del fatto che Boateng “ha calciato il pallone a 200 all’ora sui tifosi”. Il sindaco ha inoltre aggiunto che un fallo di reazione da parte di un giocatore professionista viene sanzionato in modo molto più severo rispetto a un fallo durante il gioco e che il giocatore rossonero, se si fosse trovato al Bernabeu o a San Siro, non avrebbe avuto una reazione di questo tipo. Eppure Farioli dovrebbe sapere che i “falli di reazione” nulla hanno a che vedere con tale contesto visto che la provocazione non è stata causata dai giocatori avversari, ma si tratta piuttosto di un gravissimo episodio di inciviltà e non di sport.
Gli episodi di razzismo nei confronti di calciatori di colore sono purtroppo frequenti e ne sono state vittime giocatori come Balotelli, Etoo’, Juan, Cissè, Armero e Gelson Fernandes. Come dimenticare poi il triste episodio del 28 aprile 1996, quando allo stadio Bentegodi di Verona, dalla curva scaligera venne fatto penzolare un manichino nero con la scritta “negro go away”, in segno di protesta all’interessamento della società calcistica veronese per Ferrier, giocatore olandese di colore.
La decisione da parte del Milan di abbandonare il campo non può che essere condivisa e vi sarebbe realmente bisogno di un inasprimento delle sanzioni nei confronti di quegli individui che si rendono responsabili di episodi del genere.
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