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Diritto di critica | November 24, 2024

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Peculato al Pirellone, 40 consiglieri indagati

Proprio come Fiorito nel Lazio. Un nuovo scandalo di malapolitica travolge il Pirellone: una quarantina di consiglieri regionali sono stati iscritti nel registro degli indagati per uso illecito di soldi pubblici. I rimborsi regionali ai gruppi, come per il Batman laziale, sarebbero stati utilizzati per rinfreschi, videogiochi, brioche, battute di caccia e vacanze. Tra i nomi più grossi, l’ex presidente di giunta Davide Boni, il capogruppo leghista Stefano Galli e il capogruppo Pdl Paolo Valentini.

L’accusa: peculato. Gli indagati avrebbero usato per scopi personali i rimborsi elettorali, destinati a coprire le spese dell’attività politica. La Guardia di Finanza, secondo indiscrezioni, avrebbe verificato l’acquisto di viaggi, sigarette, rinfreschi, battute di caccia e cappuccini: spese “extra”  in favore di amici e conoscenti,  fatte passare per attività politica e di comunicazione. Nelle mani del procuratore milanese Robledo ci sono ore di intercettazioni telefoniche e montagne di scontrini da spiegare.

Nomi che scottano. Boni, ex presidente della giunta regionale in quota Lega Nord, è indagato per corruzione, sempre presso la Procura di Milano; avrebbe ricevuto tangenti per oltre un milione di euro, tra il 2008 e il 2010, aiutato dal capo segreteria Dario Ghezzi. Alcune bustarelle sarebbero state consegnate addirittura negli uffici della Regione. Le indagini sono iniziate a marzo, e in quell’occasione il capogruppo Pdl Paolo Valentini difese strenuamente Boni: oggi è accusato anche lui di peculato, proprio da un ramo d’indagine partito dallo scandalo della Lega. Non si salva nemmeno il capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli.

Un attacco politico. La difesa dei consiglieri accusati è la stessa di Fiorito nel Lazio, “si tratta di un attacco politico – certamente per favorire Ambrosoli (candidato del centrosinistra per la prossima giunta)”. Galli, in particolare, accusa i giudici di guardare solo a destra, mentre “questo sistema di rimborsi è lo stesso usato da Pd, Sel, Pensionati e Idv: perché non indagano su di loro?”. In realtà gli uomini della Finanza pare non stiano dimenticando nessuno. E oggi sarebbero entrati anche nelle stanze dell’opposizione.

Rischio “macchia d’olio”. E’ possibile che la Lombardia voglia imitare il Lazio fino in fondo. Dopo lo scandalo Fiorito, infatti, le accuse si spostarono sull’Idv di Vincenzo Maruccio, giovane consigliere rampante con il vizio (pare) delle videolottery. L’allargamento del fronte d’indagine non è una scusante, anzi semmai un’aggravante, per le due giunte regionali. La malapolitica è dilagata per anni, e i nodi vengono – finalmente – al pettine.

Comments

  1. Che procedano in difesa dei cittadini … se vi è giustizia qualcuno pagherà coem è giusto che paghi. Ci spiegassero i politici corrotti a cosa è servita l’addizionale regionale prelevata a forza dalle pensioni di cittadini milanesi e Lombardi. Pensioni di 1000 euro a Milano a cui è stata ritirata di prepotenza l’addizionale nell’assegno mensile ; restituiscano denari !!!