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Diritto di critica | November 23, 2024

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Arbitri e razzismo, se è il fischietto ad insultare

Linguaggio inappropriato” era stata la motivazione dell’esposto presentato dalla squadra londinese dopo la gara persa contro il Manchester United lo scorso 28 ottobre. Nel mirino era finito Mark Clattenburg, 37 anni, uno dei fischietti più promettenti della Premier League, reo di aver rivolto insulti a sfondo razzista a Obi Mikel e a un calciatore spagnoloL’Associazione degli Arbitri britannica accolse con favore l’iniziativa convinta di fare piena luce sulla questione.

A quasi un mese di distanza dall’accaduto, il Chelsea ha mosso il primo passo verso la riconciliazione. Il direttore di gara ha sempre negato ogni addebito contestatogli. Ma la Football Association ha respinto il ricorso del Chelsea, anche dopo che il giocatore del Chelsea Ramires ha negato di aver sentito gli insulti rivolti a Mikel. La prova di quello che l’arbitro ha detto o non ha detto avrebbe dovuto essere presente: infatti il fischietto, i due guardialinee e il quarto ufficiale di gara sono collegati via microfono per tutti i 90 minuti di tempo del match, e teoricamente ciascuno è in grado di sentire cosa dicono tutti gli altri. Se un giocatore può ricevere varie giornate di squalifica e una pesante multa, come è accaduto recentemente a Suarez del Liverpool e a Terry del Chelsea, per avere pronunciato insulti razzisti all’indirizzo di un altro giocatore, un comportamento simile da parte di un arbitro avrebbe comportato quasi certamente la fine immediata della carriera. Anche per un arbitro come Clattenburg, considerato uno dei migliori in questo paese, tanto da avere diretto la finale della Coppa di Lega nel febbraio scorso e la finale olimpica tra Messico e Brasile in agosto. Tra i suoi precedenti c’è una sola macchia: nel 2009 fu sospeso per 9 mesi per problemi di affari, ma fece appello e poi tornò ad arbitrare.

Il Chelsea ha riconosciuto il danno d’immagine che è stato inflitto al direttore di gara. Clattenburg, inoltre, è stato sospeso in via precauzionale per quattro settimane e solo nell’ultimo weekend ha ripreso ad arbitrare come quarto uomo nella partita Tottenham – West Ham.

Il giocatore del Chelsea Mikel accusato di aver rivolto parole ingiuriose nei confronti dell’arbitro in prossimità degli spogliatoi, ha chiesto un’audizione privata e rischia fino a un massimo di cinque giornate di squalifica.

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