Goldman Sachs tifa Romney, niente finanziamenti ad Obama
La grande finanza alza la testa. E punisce Obama. Passata la paura della crisi, negli Usa qualcosa è seriamente cambiato. Se negli ultimi 40 anni Goldman Sachs era stato uno dei più importanti finanziatori del partito democratico – dopo aver imposto uomini chiave nei vari esecutivi americani –, oggi quei soldi (e quegli uomini) sono finiti nelle casse della campagna elettorale di Romney. Non sono andate giù alla finanza a stelle e strisce, la scelta di Obama di imporre nuove e più stingenti regole a Wall Street.
Goldman Sachs repubblicana. Così, Goldman Sachs è divenuta la principale fonte di finanziamenti per il partito repubblicano. “Nel 2008 nessuna grande corporation finanziò la campagna elettorale di Obama come Goldman. Oggi nessun’altra si è adoperata tanto affinché il Presidente venga sconfitto alle prossime elezioni”, scrive il Wall Street Journal.
La finanza abbandona Obama. Una vera e propria vendetta che riguarda anche altre corporation finanziarie di Wall Street. La Morgan Stanley continua ancora oggi a finanziare Obama ma, rispetto a quattro anni fa in cui tirò fuori dalle proprie tasche ben 1 milioni di dollari, oggi ne ha ceduti solo 136 mila, finanziando anche l’altro sfidante con una cifra molto più consistente: 900 mila dollari.
Le sorelle furiose. Insomma, da Wall Street sono entrate quest’anno solo 12 milioni di dollari, meno della metà di quanto ha ricevuto lo sfidante repubblicato Romney. Goldman Sachs e le altre si sono sentire tradire da Obama, dopo decenni di connivenza tra politica ed affari, la stessa connivenza che ha portato ad una delle più gravi crisi finanziarie del dopoguerra. Eppure è stato proprio Obama ha salvarle quando erano sull’orlo della bancarotta ed oggi sono rifiorite, nonostante fossero la causa della crisi, grazie ai soldi dei contribuenti americani. Un salvataggio checché ne dicano i giovani di Occupy Wall Street era necessario per salvare i risparmi delle famiglie, ma di fatto ha risollevato le banche. Tuttavia, proprio per evitare il ripetersi degli stessi errori, Obama ha imposto regole ben più ferree rispetto alle precedenti (anche se hanno trovato applicazione solo in parte).
Il presidente senza banche ma con tanti soldi. Così le banche non ci stanno. Appoggiano Romney che promette meno tasse e forse una nuova deregolamentazione dei mercati. Ma Obama è tutt’altro che a corto di denaro. Alle sue spalle c’è la Microsoft e Google. Il presidente americano ha così raccolto complessivamente più fondi rispetto allo sfidante: 742 contro 638 milioni di dollari.