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Diritto di critica | November 22, 2024

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Calcio, pallavolo e basket, la nuova ‘‘Passaportopoli’’ che scredita lo sport italiano

Una nuova “Passaportopoli” all’orizzonte? Dopo lo scandalo del calcio scommesse, una nuova ombra scuote lo sport italiano, non solo il calcio. L’indagine della Procura ha messo in luce che alcune società e giocatori professionisti si recavano a Fermo per ottenere “cittadinanze facili”. Nel mirino della Procura sono finiti 20 calciatori professionisti, 15 di serie B e 5 di A. La procedura era semplice: per superare il problema delle restrizioni sui tesseramenti dei giocatori extracomunitari bastava recarsi a Fermo nelle Marche. Un’organizzazione criminale approfittava della mancanza di controlli, facilitata anche dal cambio della giunta, per naturalizzare italiani quelli che erano in realtà brasiliani, argentini o sudamericani.

Lo scandalo sembra essersi diffuso a macchia d’olio, non ci sono solo calciatori, ma anche pallavoliste, giocatori di calcio a 5 e forse anche di basket. I primi nomi noti sono riferiti dal Fatto Quotidiano: ci sarebbe, nel registro della Procura, quello di Gonzalo Bergessio del Catania. L’attaccante argentino avrebbe presentato all’ufficio di Fermo la documentazione non autentica. I reati contestati sono gravissimi: si va dagli atti falsi, all’abuso d’ufficio, al falso ideologico, fino all’associazione a delinquere, il favoreggiamento all’immigrazione clandestina e violazione dei sistemi informatici.

Lo scandalo dei passaporti falsi ha dei precedenti nella storia: di un caso analogo se ne occupò la magistratura già nel 2001, per ciò che riguarda il calcio. Furono coinvolte società, dirigenti e calciatori di 6 squadre di Serie A (Inter, Lazio, Milan, Roma, Udinese e Vicenza) e una di Serie B (Sampdoria), con 14 giocatori in totale (squalificati) e 15 dirigenti (interdetti e inibiti). Il presidente dell’Udinese Gino Pozzo fu inibito per tre anni (poi ridotti a 2 e 1 mese) e l’ex dirigente nerazzurro Gabriele Oriali, che patteggiò un anno di sospensione.