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Diritto di critica | November 22, 2024

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Il ritorno di Tremonti: addio Pdl, si fa il suo partito

Keynesiano e profeta di sventure. In sostanza un economista incompreso. Così Tremonti sbatte la porta e se ne va. Erano mesi che era in rotta con il suo partito, il Pdl e molti lo davano oramai vicino alla Lega. Ma poi Umberto Bossi è caduto e per lui non c’è spazio nel nuovo Carroccio maroniano. Ma in fondo è meglio così. Ora sta preparando una lista tutta sua dove far confluire gli ex socialisti “di destra” (nel mondo sono un caso più unico che raro). Insomma, un “aggregatore importante di un area riformista”, come lo definisce Chiara Moroni, ex socialista e oggi in Fli.

Tra sfottò e qualche timore. Sono molti i parlamentari che guardano con interesse al ritorno di Tremonti. Ma quanto l’ex ministro riuscirà a guadagnare in termini di voti è tutto da vedere. Certo, nel Pdl qualche preoccupazione c’è. Lo stesso segretario, Angelino Alfano, ha accolto la notizia con una certa freddezza: “In bocca al lupo all’onorevole Tremonti”. Niente di più. “Prenderà tre voti”, lo liquida Giorgio Stracquadanio, mentre Nunzia Di Girolamo ritiene che il suo ritorno potrebbe “togliere futuro alle nuove generazioni”. Esagerata. E non manca nemmeno la battuta acida di Renato Brunetta: “Faccia una lista, prenda dei voti. Finora sono stati gli altri a farlo per lui”.

Non c’è spazio nella Lega di Maroni. Ma, tra battute e qualche preoccupazione dentro il suo ex partito, Tremonti va avanti per la sua strada. Certo, avrebbe fatto comodo riuscire ad entrare nella Lega ed occupare da subito una posizione importante. Ma nonostante l’amicizia con Bossi non c’è stato nulla da fare. “Vuole venire da noi? Bene, presenti domanda per diventare socio ordinario alla sezione della Lega più vicina a casa sua”, disse qualche mese fa Giorgetti, segretario della Lega Lombarda.

Lo sbarramento. E non fermano Tremonti nemmeno le defezioni dei suoi (ex) fedelissimi, come Marco Milanese e Luigi Casero. Lui continua a tessere la tela politica. Sono stretti i suoi rapporti con la fondazione “ResPublica” del ministro Lorenzo Ornaghi e dell’ex consigliere di amministrazione della Rai, Angelo Petroni. Inoltre, avrebbe buoni contatti, secondo il Corriere, in Vaticano e in Confindustria. Ma il problema resta uno: riuscire a superare lo sbarramento. L’impresa è comunque ardua visto e considerato che Tremonti non gode di grossa popolarità. E se la nuova legge elettorale dovesse prevedere uno sbarramento più elevato le speranze sarebbero ridotte al lumicino, ma con la speranza che qualcuno dica: “si stava meglio quando si stava peggio”.

Twitter: @PaoloRibichini

Comments

  1. Max Rutigliano

    Uno dei tanti voltagabbana storici che va dove soffia il vento…. chi se lo ricorda che fu eletto la prima volta nel Patto Segni?…. Ma ancora a parla’ de’ questi che hanno trafugato i soldi all’Italia?