L'Egitto contro Assad, l'Iran è sempre più solo - Diritto di critica
Storico viaggio del nuovo presidente egiziano Mursi a Teheran. È, infatti, la prima visita in Iran di un leader del Cairo dopo la rivoluzione del 1979. Il neo-eletto presidente si è recato nella capitale iraniana per partecipare al summit del Movimento dei Paesi Non Allineati (NAM), organizzazione fondata nel 1961 su iniziativa di Tito, Nehru e Nasser per unire tutti quei paesi contrari all’ allineamento con Stati Uniti o Unione Sovietica durante il periodo della Guerra Fredda.
Khamenei contro l’Onu. Il Summit si è aperto con un polemico intervento dell’Ayatollah Khamenei, il quale si è scagliato contro il Consiglio di Sicurezza dell’ONU che sarebbe, secondo il leader supremo iraniano, una vera e propria dittatura irrazionale, priva di giustizia, nonché legata a Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Khamenei ha poi tirato in ballo il discorso sul nucleare affermando che la Repubblica Islamica d’Iran non ha come obiettivo lo sviluppo di armi nucleari in quanto sarebbe un “peccato imperdonabile”.
L’Egitto contro Assad. L’intervento che ha però suscitato maggior scalpore mettendo ancora una volta in risalto la tensione tra sunniti e sciiti, è senza dubbio quello di Mursi, molto critico nei confronti del governo Assad e non gradito dalla delegazione siriana, la quale ha immediatamente abbandonato la sala in segno di protesta.
“Solidarietà al popolo siriano”. Mursi ha rinnovato la solidarietà nei confronti del popolo siriano che combatte contro un regime oppressivo, dispotico e ormai privo di legittimità. Il presidente egiziano ha poi sottolineato la necessità di una transizione pacifica verso libertà e democrazia, come richiesto dal popolo siriano.
Le proteste. mmediata la replica della delegazione siriana con il ministro degli esteri Walid Muallem, il quale ha dichiarato che Mursi incita allo spargimento di sangue in Siria. Il regime iraniano, con un inquietante linguaggio tipicamente teocratico, parla di “peccati imperdonabili”, di “dittature irrazionali”, di “situazioni di disagio” nei confronti di coloro che si sentono vicini alla Siria, ma si guarda bene dal risolvere le problematiche interne legate alla violazione dei diritti umani, un paese dove gli oppositori del regime vengono incarcerati, dove gli omosessuali vengono condannati a morte, tant’è che lo stesso Ban Ki Moon durante il Summit ha espresso forte preoccupazione per queste violazioni ed ha affermato come ONU e governo iraniano debbano lavorare insieme per migliorare la situazione dei diritti umani in Iran.
L’Iran con Assad. Un Iran senza dubbio vicino alla Siria, o meglio, al regime siriano; quel regime che persiste nel sistematico massacro della propria popolazione ma che garantisce a Teheran un alleato chiave nello scacchiere mediorientale e un indispensabile sbocco sul Mediterraneo.