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Diritto di critica | November 25, 2024

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Alfano, la parabola del leader mancato. All'ombra del Cav

Alfano, la parabola del leader mancato. All’ombra del Cav

Non ha resistito. Nonostante gli anni e le disavventure porno-giudiziare, Berlusconi torna in campo. Come Schumacher. Lui che si ritiene il fuoriclasse della politica. Così il suo (ex) delfino Angelino Alfano dovrà dire addio – o comunque arrivederci – ai suoi sogni di gloria. Niente Palazzo Chigi, per ora.

Tutta colpa dei sondaggi. Forse spinto dal suo innato protagonismo e certamente convinto dai sondaggi da lui stesso commissionati, il Cavaliere ci vuole riprovare, convinto di non essere affatto bollito. Certo, la sconfitta nel 2013 è probabile e lo svantaggio rispetto alle due ipotesi di centro-sinistra – Pd con Idv e Sel o con Udc e Fli – è praticamente incolmabile. Ma a lui oggi interessa prima di tutto salvare il partito. Infatti, il Pdl senza di lui crollerebbe al 10%. Ma non andrebbe meglio nel ruolo semi-attivo di presidente di partito: il Pdl si attesterebbe al 18%. Il povero e giovane Alfano non scalda i cuori e non piace al Nord. Così, l’unica soluzione è che Silvio si candidi di nuovo sulla poltrona di Palazzo Chigi. Infatti, un suo impegno diretto, una nuova personalizzazione della propaganda politica, un nuovo nome del partito e un rinnovo della classe dirigente maggiormente radicata sul territorio potrebbe far risalire la sua creatura al 30%.

Alfano il comprimario. Per Angelino nessuna speranza, quindi, di diventare il leader di un partito che non c’è mai stato. Lui, vittima ed emblema di un rinnovamento della leadership che non può esserci, soprattutto dopo che la Magistratura ha tagliato le ali alla promessa di Cl: Roberto Formigoni. C’è Berlusconi e basta, con i suoi 76 anni. Per Alfano un ruolo da comprimario. Come in Ferrari ai temi di Schumacher, come Irvine, Barrichello, Massa. Per lui solo una promessa: “ti lascerò vincere qualche gran premio”.

Berlusconi “in ritiro”. Niente vacanze, quindi, per l’ex premier. I due mesi estivi saranno utilizzati per preparare la nuova discesa in campo. “Una scelta che non avrei voluto fare ma a cui mi stanno spingendo i sondaggi, centinaia di lettere e di messaggi del popolo dei moderati”, dice. Ma ora di problemi ce ne sono molti: quello di vincere le elezioni è solo l’ultimo di una lunga lista. In primo luogo bisogna salvare il rapporto con il “secondo pilota” Alfano. Forse vice-premier, chissà. Intanto lo riempie di complimenti: “è bravissimo”. Lui mestamente sorride e dice: “Se decide di candidarsi sono e saremo al suo fianco”.

“Con la sua nuova discesa in campo Berlusconi ha di fatto rinviato di altri cinque anni la ricostruzione del centro-destra”, spiega Italo Bocchino, vicepresidente di Fli. Ora, anche per lui tocca guardare a sinistra.

Comments

  1. DIRTYDICK

    se ammazzassero veramente qualche porco politico e tutta la razza che lo vota e mettessimo il voto agli immigrati forse riusciremo a diventare un PAESE europeo.I DISOCCUPATI IN ITALIA FANNO LA FAME E LORO 45000€AL MESE NON BASTANO.CAMBIANO O ALTRIMENTI RIVOLUZIONE ARMATA SUBITO .BASTARDI!!!!