Montezemolo tra cancellate e stazioni fantasma. "L'Italia mortifica la concorrenza"
Montezemolo è furioso. Non solo non riesce a trovare il suo spazio in politica, ma la sua creatura, Italo, soffre. Soffre perché, a detta del leader di Italia Futura, “L’Italia mortifica crescita, concorrenza e viaggiatori”. All’indice del presidente della Ferrari ci sono le due stazioni ferroviarie della Capitale assegnate al super-treno dalla rossa livrea, Ostiense e Tiburtina, gestite da RFI, del gruppo Ferrovie dello Stato.
Ostiense come in gabbia. La questione della terza stazione ferroviaria romana riguarda ancora la famosa gabbia. Da quando Italo ha preso servizio in questo scalo, i passeggeri si ritrovano in “una ridicola gabbia” che li “imprigiona, costringendoli a un’assurda e insicura gimkana per raggiungere i binari”, spiega Montezemolo. Infatti, per raggiungere il treno dalla biglietteria è necessario utilizzare il sottopassaggio perché una cancellata ostacola il passaggio dei passeggeri. Boicottaggio da parte del gruppo Ferrovie dello Stato? Chissà. Intanto però RFI da più di un mese non ha provveduto alla rimozione di questo inutile ostacolo. Proprio ieri sulla vicenda è intervenuto il governo per bocca del sottosegretario Improta: “la cancellata sarà rimossa immediatamente”.
La stazione fantasma. Dalle cancellate e dalle gabbie alla stazione fantasma. Si tratta della più avveniristica stazione capitolina, progettata per essere il principale scalo dell’alta velocità. Strutture sospese, scale mobili, enormi vetrate. La nuova stazione Tiburtina sembra quasi un aeroporto. Eppure manca qualcosa. Inaugurata sette mesi fa, manca quasi completamente di servizi, bar, edicole, negozi e delle fondamentali indicazioni. Insomma, quasi una cattedrale nel deserto grossa 50mila metri quadrati.
Tutto normale. RFI prima attacca Montezemolo avvisandolo che l’azienda sta valutando azioni legali per tutelare la propria immagine, poi si difende. “La cancellata a Ostiense è sempre esistita ed è prevista dalle norme di sicurezza”, spiega l’amministratore delegato Michele Elia. Mentre per quanto riguarda la stazione Tiburtina spiega che i ritardi sono dovuti “a tempistiche del tutto fisiologiche”. Entro la fine dell’anno, a dodici mesi dall’inaugurazione, dovrebbero essere assegnati il 50% dei negozi. Intanto però è tutto fermo. Manca una firma: quella tra RFI e Grandi Stazioni che ha vinto – guarda caso – la gara europea per la gestione della struttura. Grandi Stazioni è di proprietà del gruppo Ferrovie dello Stato (60%) come RFI. Una vittoria anomala secondo l’altro competitor Centostazioni, anche questa controllata da FS. Centostazioni ha, infatti, bloccato tutto con la richiesta di accesso agli atti della gara d’appalto.
Ci mancava la metro B1. Poi c’è anche un altro problema: i viaggiatori che scendono alla stazione Tiburtina si ritrovano nell’omonima fermata della metro B dove attendono i treni anche per 10 minuti per raggiungere il centro. La causa della lunga attesa è la nuova linea B1. Lo snodo è stato posto a “Bologna”, stazione della metro appena successiva per chi deve raggiungere il centro dopo aver viaggiato con Italo. Questo di fatto provoca un dimezzamento delle corse nella tratta Bologna-Rebibbia, dove è posta la stazione Tiburtina. Sarebbe bastato progettare la linea B1 appena qualche centinaia di metri più in là. Ma si sa, a Roma – come nel resto d’Italia – la parola “pianificazione” non è pervenuta.
Twitter: @PaoloRibichini
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ah ah ah! Ottima, desolante conclusione. Per non piangere, non ci resta che ridere.
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