Summit di ‘‘Rio + 20’’, le dieci priorità per un pianeta in pericolo
Difficile, ma non impossibile, costruire un consenso globale sulla sostenibilità, anche in un periodo di crisi economica. Il vertice in Brasile, a venti anni dal summit “Terra di Rio” nel 1992, ha ribadito l’importanza di interventi significativi sul cambiamento climatico e non solo. Un’agenda parzialmente ferma al 2008 quando, secondo Gro Harlem Brundtland, consulente del Segretario Generale delle Nazioni Unite, “si sarebbero potute raggiungere intese comuni in tema ambientale”. Rio +20 rappresenta l’occasione per riprendere, idealmente, il filo del discorso elencando le dieci priorità per un pianeta in pericolo. Delle linee guida d’intervento, con l’auspicio che siano sviluppate nei prossimi decenni:
Deforestazione Il Brasile ospita la più grande estensione di foresta pluviale amazzonica del mondo. Nonostante i progressi fatti registrare negli ultimi anni, una nuova legge statale minaccia i risultati raggiunti e la lotta all’emissione di anidride carbonica. Attualmente, la deforestazione (nelle foreste pluviali ci sono innumerevoli specie di animali in pericolo) e il degrado urbano producono più del 10% delle emissioni di anidride carbonica nel mondo.
Sovrappopolazione Negli ultimi 20 anni il tema è uscito dall’agenda ambientale, ma il numero degli abitanti del pianeta è in aumento. Entro la metà del secolo, dovremmo sfondare la quota di 9 miliardi di persone. Inutile sottolineare che le risorse ambientali potrebbero scarseggiare.
Specie a rischio di estinzione Dalle tigri della Siberia al tonno rosso del Mar Mediterraneo, le specie al vertice e in fondo alla catena alimentare stanno diminuendo sensibilmente. Alcune stime fanno pensare che ci troviamo nel bel mezzo della “sesta grande ondata di estinzione” della storia.
Cambiamenti climatici Le emissioni di anidride carbonica continuano ad aumentare. Il 2012 si appresta a diventare l’anno più caldo mai rilevato. Rio + 20 concentrerà la propria attenzione sulla diffusione delle energie rinnovabili e sull’economia verde. Le nazioni avranno la possibilità di rinegoziare gli accordi durante il summit Onu sul clima in Qatar alla fine dell’anno.
Fame nel mondo Diversi progressi sono stati compiuti negli ultimi 20 anni. I paesi in via di sviluppo stanno riducendo il gap con le altre nazioni ma, attualmente, sono circa 925 milioni, le persone che soffrono la fame, la stragrande maggioranza nell’Africa sub-sahariana o in India. Il mondo sarà in grado di produrre maggior cibo nel 2050, il 50% in più, ma il punto interrogativo riguarda l’agricoltura intensiva e il relativo inquinamento per il pianeta.
La scarsità di acqua Circa una persona su nove, in tutto il mondo, non ha accesso a una fonte d’acqua pulita, con le relative conseguenze in termini di salute per l’uomo e di resa per l’agricoltura. Le riserve di acqua dolce del pianeta sono minacciate dall’inquinamento e i cambiamenti climatici potrebbero portare a gravi siccità in zone che già soffrono di stress idrico (Sud-ovest degli Stati Uniti e Africa sub-sahariana).
Povertà globale La miseria in zone come la foresta pluviale o in Madagascar non stenta a diminuire, specie se si distrugge l’habitat di molti animali selvatici. I progressi, in termini di crescita economica, di Cina e India dovranno essere supportati da altri sforzi nello sviluppo, a patto che essi siano “sostenibili”.
Energie rinnovabili Importanti l’eolico e il solare. Le fonti rinnovabili sono in rapida crescita: + 18% solo lo scorso anno, ma forniscono solo meno del 3% dell’approvvigionamento energetico mondiale. Per favorire l’impiego di tali fonti di energia alternative e sostituire i combustibili fossili, saranno necessari il sostegno dei governi e il progresso tecnologico.
Oceani Sono in grande pericolo di fronte a minacce come l’inquinamento, il sovrasfruttamento e il cambiamento climatico. Iniziative come la creazione della più grande riserva marina del mondo in Australia, rappresentano passi concreti in difesa dell’ambiente marittimo.
Inquinamento dell’aria Il killer invisibile. Ogni anno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono più di 1 milione e trecentomila le persone che muoiono per questo fenomeno. E mentre in paesi come gli Stati Uniti e il Giappone il tasso di inquinamento sembra diminuire, nelle nazioni in via di sviluppo, come la Cina, la situazione sta peggiorando. Risolvere il problema non sarà facile, gran parte dell’inquinamento è dovuto alla combustione del carbone che sta crescendo in tutto il mondo. La buona notizia è che ora c’è la tecnologia per porre rimedio all’inquinamento atmosferico. E’ necessaria, però, la volontà politica.