L’Europa è un posto per vecchi - Diritto di critica
Una piaga, un dramma, un problema da affrontare e da risolvere. La disoccupazione giovanile colpisce mezza Europa. I dati OCSE rivelano che a marzo quasi 11 milioni di ragazzi tra i 15 e 24 anni sono senza impiego. Un’emergenza mondiale che verrà affrontata durante il G20 in Messico. Questo è un problema dei governi e i governi devono trovare la soluzione.
L’Europa dei disoccupati: Germania l’eccezione. In Italia 534 mila giovani sono disoccupati. Tra questi il 19,4% sono laureati a un anno dalla laurea (11,2 nel 2008) e il 19,6 % quelli con la laurea magistrale quinquennale (10,4 nel 2008). Peggio di noi solo Spagna e Grecia, che vanno oltre il 50%. A questi numeri impietosi vanno sommati anche i NEET, ossia coloro che non hanno né un lavoro né affrontano un percorso di studi. Se consideriamo entrambi i dati, l’Italia si piazza al primo posto dei peggiori, con un giovane ogni 5 tra gli under 25. Sul podio troviamo nuovamente Spagna e Grecia, con l’inquietante grado di inattività esteso ad un ragazzo su due. Non sfuggono da questa situazione nemmeno l’Inghilterra, che nel confronto con dicembre 2007 è passata dal 13,6 al 21,9%, la Svezia dal 19,3 al 22,8 e la Svizzera dal 6,5 al 7,5. L’unica eccezione è rappresentata dalla Germania: i senza lavoro sono scesi dall’11,4 al 7,9 %.
Disperati mai. Se la speranza è l’ultima a morire, è bene cogliere anche l’ultima parte che offre. Eppure esistono due scuole di pensiero contrapposte tra loro: molti ragazzi europei si scoraggiano, altri non si disperano e continuano la ricerca. Il dato sui NEET fornisce i numeri da considerare: in Europa sono il 13,2% degli under 25, ma con differenze sostanziali in ogni Paese. Il 19,5% sono italiani. Poi c’è la Grecia con il 18,2% e la Spagna con il 17,6%. Restano sotto la media la Germania al 9,5%, Svezia e Svizzera con il 6,8%, la Danimarca con il 5,7 e l’Olanda al 4,1. Tra i Paesi dell’OCSE, solo Messico e Turchia stanno peggio. Una magra consolazione.
La situazione vista da dentro. A fare il punto della situazione ci pensa Michele Scarpetta del centro studi OCSE sul lavoro: “In Europa neanche la timida ripresa del 2011 ha invertito il trend”, spiega Scarpetta, “la disoccupazione giovanile ha continuato a correre”. E aggiunge: “se la Germania è l’unica eccezione il merito è di politiche efficienti di formazione, apprendistato e ponte tra scuola e lavoro”.