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Diritto di critica | November 23, 2024

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I Martiri della stampa, un ricordo di Graziella De Palo - Diritto di critica

I Martiri della stampa, un ricordo di Graziella De Palo

di Erminia Borzì

Oggi, 3 maggio 2012, alle ore 11, nella sala gialla del Palazzo dei Normanni a Palermo, l’UNCI (Unione nazionale cronisti italiani) ricorda i “martiri della stampa”, caduti nell’adempimento del proprio per il diritto dovere di informazione. L’elenco delle vittime è tragicamente lungo e tra loro vi sono volti noti come i giornalisti Mauro De Mauro, rapito ed ucciso a Palermo la sera del 16 settembre 1970, Giovanni Spampinato, assassinato il 27 ottobre 1972; lo scrittore e poeta Pierpaolo Pasolini, ucciso la notte del 2 novembre 1975. Sono anche ricordati l’attivista del PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) Giuseppe Impastato, ucciso il 9 maggio 1978; i “giornalisti di prima linea” Mauro Rostagno, assassinato a Trapani il 26 settembre 1988 e Walter Tobagi, ucciso a Milano dalla Brigata XXVIII (gruppo affilitato alle BR) il 28 maggio 1980.

In questa cerimonia sono ricordati inoltre i reporters e i cameramen deceduti in zone di guerra come Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (Somalia, 20 settembre 1994); la giornalista catanese Maria Grazia Cutuli uccisa in Afganistan il 19 novembre 2001, insieme ai colleghi Julio Fuentes, corrispondente de El Mundo, Harry Burton e Azizullah Haidari, corrispondenti dell’agenzia Reuters.

Nell’elenco della commemorazione sono presenti anche i nomi di Graziella De Palo ed Italo Toni, i due giornalisti scomparsi a Beirut il 2 settembre 1980: trentadue anni di una “lunga e buia notte”, come li definisce la madre di Graziella, Renata Capotorti. Pubblichiamo in anteprima l’intervento mandato a Palermo da Giancarlo De Palo, fratello di Graziella, attuale collaboratore di Diritto di critica.

“Graziella aveva nel sangue il giornalismo ed è proprio per questo che ha versato il suo sangue, per il diritto all’informazione”; spiega Giancarlo. “Mia sorella era una persona dominata da una grande curiosità. Una volta, quando era ancora bambina, disse a nostra madre che, se fosse stata attratta da una scatola nella quale fosse stato nascosto un pericoloso serpente, avrebbe dovuto aprirla ad ogni costo e guardarci dentro”.

“Graziella ed io vivevamo quasi in simbiosi perché la nostra differenza di età era minima. Insieme, leggendo il Corriere dei Piccoli, avevamo cominciato a redarre un giornalino che si chiamava Parliamone insieme.”, prosegue Giancarlo. “A distanza di più di trent’anni e scorrendo la vita di mia sorella come un film terminato nel fiore degli anni, Graziella è stata, senza togliere nulla alle sue colleghe, l’antesignana della notizia d’assalto”.

Finita l’esperienza del giornalino, Graziella si iscrisse alla facoltà di lettere presso l’università la Sapienza, “ma non diede neanche un esame perché si buttò subito nel giornalismo militante. Non ha avuto il tempo materiale di poter raccontare tutto ciò che ancora sapeva su fatti e personaggi scomodi che hanno contribuito ad infangare il nostro Paese”.

Italo e Graziella erano a Beirut “per tirare fuori dal pozzo delle vergogne alcune verità scomode e divulgarle perché tutto il mondo sapesse. Ora ricordare gli scomparsi è un modo per continuare a tenerli in vita”.