Laurea 2.0, un referendum la seppellirà (o quasi) - Diritto di critica
Si è aperto oggi il referendum online sul valore della Laurea: il Ministero dell’Istruzione chiede agli italiani di esprimersi sul peso che dovrà avere, in futuro, il titolo accademico per l’ammissione a concorsi pubblici e albi professionali. Non è questione banale, il voto “popolare” legittimerà una precisa strategia del governo: via il voto, dentro il “blasone” dell’istituto che rilascia il foglio di carta. E’ questa la trasparenza di cui parla Profumo? Gli istituti privati ringraziano.
Un voto al voto? Sul sito del ministero possono votare tutti gli italiani; i più tecnologici potranno anche spargere la voce agli amici tramite Facebook e Twitter. Nel primo referendum 2.0 sul futuro della formazione italiana, l’Università viene giudicata – nel suo valore più intrinseco, il voto – da chiunque, a prescindere dal livello di cultura posseduto. I diplomati potranno esprimersi sul peso che la laurea dovrà avere nei concorsi pubblici, quanti punti dovrà dare, se dovrà essere elemento essenziale o meno nell’iscrizione agli albi professionali. Sorge il dubbio di un piccolo conflitto d’interesse tra laureati e diplomati, aggravato dai numeri: a finire il corso di studi è il 20% dei giovani, solo il 10% degli over 50 è dottore.
A che pro? “Sui grandi temi il Governo ha deciso che è opportuno sentire i cittadini”, ha spiegato il ministro Profumo. L’obiettivo è di arrivare a tenere in maggior conto “le competenze. Ci sarà più trasparenza. Le persone saranno valutate per quanto sapranno, non solo per il titolo. La maggior parte delle anomalie rispetto al valore della laurea si sono verificate proprio nella Pubblica Amministrazione in cui trova impiego il 20% dei laureati”. Per evitare “furbate” da parte di dipendenti laureati scarsamente competenti, è allora giusto depotenziare la laurea stessa? Proprio nei campi cruciali, ossia nella valutazione delle abilità dei candidati?
Docenti e Studenti non ci stanno. L’unione degli universitari definisce il quesito “fazioso” e ne chiede il ritiro, considerandolo una “mistificazione di massa”. Per Link-Coordinamento Universitario, il Ministero sta cercando “il plebiscito per legittimare una linea decisa a priori dall’alto”. I docenti si spingono più avanti: per l’Andu “è un tentativo di abolire il valore del voto di laurea per sostituirlo con quello – tutto da accertare e discutere – dell’Università che rilascia il titolo”. Se la strategia è proprio questa, allora gli istituti privati devono ringraziare: gli universitari di domani – per poter sperare di far valere il titolo accademico – dovranno accorrere in massa nelle più “blasonate”. Almeno nel curriculum potranno riempire lo spazio lasciato vuoto dal voto, presto inutile.
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Finalmente una goccia di “democrazia” in un mare di “dittatura bancario-finanziaria”..speriamo non sia però la solita “carotina” inutile!!
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ma perchè invece non le chiudono queste sedi che rilasciano pezzi di carta facendoseli ben pagare dalle famiglie che si svenano per i loro pargoli.
Si dovrebbe fare un referendum tra tutti gli aventi causa, invece di indagare sul perchè le aziende preferiscono un ateneo invece di un altro e chiudere tutti gli atenei al di sotto del decimo posto in graduatoria -
La Laurea NON DEVE PERDERE IL SUO VALORE…… è uccidere la CULTURA SANA di questo Paese…..CHE OBBIETTIVI possono avere i NOSTRI GIOVANI……!!!!!! Eliminate le “ZAVORRE ” del mondo della Scuola …… Volete fare diventare i giovani come la Gelmini…., come il Trota….come il padre del Trota…. e di tanti che percepiscono stipendi da urlo e sono un insulto all’intelligenza umana ….???? cosa succede a Roma ???? hanno inquinato l’aria con una nuova droga ???????????????????
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….ritengo questo referendum una FARSA …..darà sempre più forza a degli incopetenti…!!! e a “gente priva di conoscenza “…..
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Così uno che si laurea alla Bocconi con la media del 20 e una tesi ridicola ha un punteggio maggiore di chi si laurea in una statale meno blasonata ma con una media più alta e una tesi da pubblicazione! E che differenza ci sarà tra un diplomato ed un laureato a questo punto? Nessuna!
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