La tattica di Emiliano, così il sindaco di Bari punta alla Regione - Diritto di critica
L’EDITORIALE – Michele Emiliano chiede scusa alla città. E ai giornalisti oltretutto. Da non crederci, un inedito assoluto, specie per il burrascoso rapporto che lo unisce ai cronisti. Per riprendersi Bari, il sindaco aveva bisogno di un colpo di teatro. E l’operazione probabilmente gli è riuscita. La presa di distanza da chi è sospettato di aver sbagliato, dai tecnici comunali, dalla famiglia Degennaro proprietaria di quella Dec al centro dell’inchiesta condotta dai pubblici ministeri Nitti e Pirrelli. I suoi consiglieri e assessori alle spalle e ai lati. I regali ricevuti in una legislatura e mezza disposti su un tavolo (“Sono lì – ha detto ai giornalisti – portateveli”). E il racconto quasi umiliante dell’ormai celebre carico di pesce e frutti di mare regalati dai costruttori protagonisti dello scandalo, di una quantità tale da doverlo mettere nella vasca da bagno come Fantozzi giudice popolare.
Per tornare tra la gente come l’immagine che ha sempre regalato di sé, l’ex magistrato aveva bisogno di una sorta di redenzione. E forse l’ha trovata, spiegando le sue ragioni e offrendo il fianco pur di salvare Bari, passata da capitale del vizio (per le inchieste su escort e politica) a grottesco centro in cui per comprarsi gli amministratori basterebbe riempirli di astici, spigole e cozze pelose.
La seconda legislatura a Palazzo di città ha regalato un Emiliano (ancor) più accentratore, chiuso, solitario rispetto ai partiti per la grande affermazione elettorale quasi del tutto personale. La vicinanza alla famiglia Degennaro era stata confermata dalla presenza sulle schede della lista civica Realtà Pugliese, forte di due consiglieri comunali e un assessore, al secolo Annabella Degennaro, figlia di Vito (indagato a piede libero nell’inchiesta) e membro dell’azienda di famiglia. Così come evidenti erano gli stretti rapporti con Gerardo Degennaro (arrestato), esponente della “corrente” Emiliano in consiglio regionale. Un abbraccio che da molti era stato indicato come una stretta mortale, visti i grandi interessi economici della Dec in città e che invece il vicepresidente Anci ha difeso strenuamente. Fino alle dimissioni della Degennaro (ufficialmente per motivi personali), preludio alla conclusione delle indagini che ha portato sette arresti, tra titolari Dec, tecnici e responsabili d’area del Comune e della Regione, e 51 indagati. I grandi amici sono diventati traditori. La zavorra è stata scaricata.
In queste ore in cui i pm continuano a lavorare, la scelta di Emiliano è ancora quella del low profile. Ma il suo obiettivo unico di succedere a Nichi Vendola in Regione, sbandierato fino a poche settimane fa, resta fisso, nonostante oggi lo tenga da parte in cambio di un “recupero sociale del suo cognome”. Costituirsi all’opinione pubblica come “ingenuo”, pur di recuperare credibilità, tra qualche mese potrà portarlo nuovamente a sognare il posto da Governatore. Operazione (mediatica e politica) riuscita.
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