Maroni: «Sui Marò figura da peracottai». Ma dimentica il caso Battisti - Diritto di critica
«I limiti del governo dei professori emergono evidenti anche in politica estera, ci fanno fare una figura da peracottai»: lo ha scritto ieri l’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sul suo profilo Facebook, riferendosi alla vicenda dei due marò arrestati in India. «Sono convinto – ha aggiunto l’esponente della Lega – che con il ministro Frattini la vicenda marò si sarebbe risolta subito e positivamente. Solidarietà ai nostri valorosi soldati».
Il diretto interessato – Franco Frattini – glissa, imbarazzato. «Maroni è un caro amico – spiega – e posso capire che faccia una battuta di cortesia. Devo anche aggiungere che insieme abbiamo fatto operazioni importanti di sicurezza internazionale. Ciò detto bisogna dire che in politica estera serve la prudenza e cautela. In particolar modo verso la vicenda dei due marò. Abbiamo due italiani con le stellette nelle mani di una giustizia di cui non ci fidiamo e abbassare i toni, tenere un basso profilo sarebbe forse meglio a tutela del buon esito della trattativa per riportarli a casa».
Maroni però pare dimenticare una complessa vicenda che ha segnato – come un fallimento – l’operato dell’ex governo Berlusconi: la vicenda di Cesare Battisti. Se dunque per due marò arrestati in India l’esecutivo guidato da Mario Monti rischia di far fare la figura dei “peracottai” all’Italia, c’è da chiedersi come Maroni rileggerebbe il magro risultato della mediazione per il rilascio dell’ex terrorista dei Nuclei Armati per il Comunismo, condannato a due ergastoli per quattro omicidi e adesso grande star del carnevale di Rio. Una vera e propria beffa per l’Italia che ha reso evidente la scarsa consistenza diplomatica e il peso internazionale del nostro Paese. Il governo era quello a guida PdL, di cui faceva parte proprio Roberto Maroni.
E ancora Frattini, incalzato proprio sull’affare Battisti da Roberto Rao, pare quasi allargare le braccia: «sono andato alla Corte dell’Aja, che ha la competenza a stabilire se il Brasile ha violato una regola fondamentale dando status di rifugiato ad assassino. E questo è stato un passo giuridico importante, e che mi auguro il mio successore possa portare avanti». All’epoca, però, nessuno parlò di “peracottai”.
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Indipendentemente dalla tipologia di frutta, uno Stato degno di questo nome si sarebbe arrangiato a fare giustizia nel caso Battisti.
Chiaramente è una storia diversa da quella dei marò: qua ci sono parecchi dubbi, a differenza dell’assassino sopracitato.
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