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Diritto di critica | November 22, 2024

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Fair play finanziario, il calcio europeo è sempre in rosso - Diritto di critica

Fair play finanziario, il calcio europeo è sempre in rosso

Non promette nulla di buono il rapporto sull’anno finanziario 2010 per i club continentali, presentato dal presidente dell’Uefa Michel Platini: 1,6 miliardi di euro di debiti complessivi, con un incremento del 36%, nonostante i continui richiami al rigore e al rispetto del fair play finanziario.
Un quadro poco rassicurante, perché la situazione debitoria riguarda soprattutto i ‘top club’, 13 su 753 squadre nei diversi campionati continentali. A rischio, in Italia, Milan, Inter e Juventus (anche se il club bianconero è in vantaggio sugli altri per avere uno stadio di proprietà). Il Napoli e l’Udinese sono indicati come esempi di club virtuosi, accanto ad Arsenal e Bayern Monaco. Nella ‘black list’ presenti Manchester City e Paris Saint Germain (controllati da sceicchi e fondi del Qatar), oltre a più blasonati Manchester United, Real Madrid, Barcellona, Liverpool e Chelsea.

Quanto fatto finora, da parte dei club, non è bastato a ridurre le perdite, che continuano a essere superiori agli incassi, contraddicendo la regola principe del fair play finanziario: non si può spendere più di quanto si incassa. E invece, il 75% dei top club attualmente spende in media 12 euro ogni 10 euro guadagnati.
Qualche segnale positivo, in termini di inversione di tendenza, fa segnare un aumento complessivo delle entrate (+ 6,6% e 12,8 miliardi complessivi); il costo degli stipendi dei calciatori, che dopo 4 anni ha smesso di crescere, attestandosi al 64% dei ricavi a livello continentale (74% in Italia); l’impiego dei giovani provenienti dai vivai, in aumento.
Per coloro che non seguiranno le linee guida del fair play finanziario, le prime sanzioni scatteranno dal 2014: per chi supererà i 45 milioni di disavanzo (che arriveranno fino a 5 nelle stagioni successive) è prevista l’esclusione dalle coppe, Europa League e Champions League. L’idea di un’esclusione, in particolare, delle squadre più prestigiose dal trofeo dalle ‘grandi orecchie’, non convince gli stessi club, che potrebbero dar vita a una Superlega senza l’autorizzazione dell’Uefa.

Ciò si tradurrebbe, dal punto di vista economico, soprattutto in mancati introiti per i la vendita dei diritti televisivi.
Le sanzioni dell’Uefa saranno comminate in base alla gravità della violazione, da semplici avvisi e multe, alle penalizzazioni di punti, riduzione delle liste Uefa, mancate iscrizioni di nuovi acquisti, sino alla perdita dei premi Champions, Europa League e alla squalifica o esclusione dalle competizioni sportive.
In Italia a incidere in maniera determinante nel bilancio dei club, è il problema dei costi (stipendi su tutti) superiori ai ricavi. Per non parlare del problema degli stadi: nel nostro paese, solo il 50% degli impianti è sfruttato, mentre gli spettatori negli altri stadi aumentano (101 milioni nelle prime divisioni europee) con paesi come l’Inghilterra, la Germania e l’Olanda che fanno registrare medie del 90%.