Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 22, 2024

Scroll to top

Top

"Se ti laurei dopo i 28 anni sei uno sfigato", Martone contro i fuoricorso - Diritto di critica

“Se ti laurei dopo i 28 anni sei uno sfigato”, Martone contro i fuoricorso

“Essere secchione è bello, chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato”. Un messaggio chiaro, chiarissimo, quello lanciato dal giovane viceministro Michel Martone. Una provocazione che ha fatto scoppiare la ribellione sul web e l’indignazione di vari esponenti politici. “Dobbiamo dire ai nostri giovani –spiega il vice della Fornero – che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo. Essere secchione è bello, almeno hai fatto qualcosa”.

Il senso delle parole. L’intervento di Michel Martone alla “Giornata sull’apprendistato” organizzata dalla Regione Lazio, voleva essere un’esortazione a cambiare l’atteggiamento nei confronti della scuola e dell’università, che non possono più essere un bivacco di nullafacenti. Studiare è bello, spiega Martone. Peccato che abbia sbagliato i toni. Perché in Italia mancano borse di studio che favoriscano il merito e consentano a tutti, ricchi e poveri, di andare all’università senza dover lavorare per mantenersi.

Le critiche delle associazioni studentesche. “Non tutti coloro che si iscrivono all’università sono figli di papà” – replica di Pietro De Leo, responsabile dell’associazione Gioventù e Libertà. “Se Martone conoscesse la realtà studentesca, non si sognerebbe neanche di fare certe affermazioni”, spiega Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu. “L’Italia è l’unico Paese al mondo dove non ci sono i soldi necessari per coprire le borse di studio che dovrebbero essere lo strumento per tutelare il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione”.

Vendola e Fassina contro Martone. Il commento dei politici arriva da Twitter. “Martone dovrebbe informarsi meglio sulla realtà dei giovani spesso lo sfigato lavora per studiare”, attacca senza troppa originalità Stefano Fassina. “Conosco tanti ragazzi e tante ragazze della mia regione che si sono laureate a 23 anni. E che a 28 sono all’ennesimo lavoro precario”, commenta Nichi Vendola. “Non li considero sfigati. Sfigati sono coloro che per censo o per raccomandazione passano davanti a questi ragazzi. Da coloro che rappresentano il governo del Paese ci si aspetterebbe un maggior senso di responsabilità. Il folclore e le battute sprezzanti non sono obbligatorie”.

Anche la rete si ribella. È bastato qualche minuto che le agenzie battessero le dichiarazioni di Martone per far sì che si scatennasse il popolo del web. Su Twitter oggi gli hashtag (le tematiche più seguite) sono “#sfigato”, “#se a 28” e “#martone”. “Caro Martone temo che sia più da sfigati esprimere un concetto giusto nel modo sbagliato che l’età della laurea”, scrive Angela (@Angeles_234). Alle critiche si aggiungono anche gli sfottò: “A 28 anni, se non sei laureato, puoi chiedere un aiuto agli amici di Martone. Una soluzione si troverà”, scrive Alessandro Cossu, mentre Andrea Benedino si autoaccusa di essere uno sfigato “ma almeno non sono un raccomandato”. Tuttavia non tutti sono critici con le parole del viceministro del Lavoro: “Secondo me, siete in malafede: Martone si riferisce ai sedicenti studenti nullafacenti, non ai lavoratori seri!”, spiega Massimiliano Sarigu. A difesa di Martone anche Eleonora Voltolina, direttore della nota testata online La Repubblica degli Stagisti: “Che vergogna snaturare il senso della frase di Martone: chi critica cosa sostiene? Che chi si laurea a 28 è un figo?

Laureati, troppo tardi. Al di là di critiche, commenti e sfottò, il problema dei fuori corso è reale e piuttosto diffuso. In Italia la laurea arriva mediamente dopo i 27 anni, mentre in Europa è decisamente più bassa: 24 anni. “Il mercato del lavoro non è più nazionale ma quanto meno europeo se non internazionale. Quindi, i giovani italiani con la laurea rischiano di presentarsi con tre, quattro anni di ritardo rispetto ai giovani europei”, spiega Pierluigi Celli, direttore generale della Luiss. “La frase di Martone è un po’ forte ma affronta un problema reale. Il richiamo del viceministro è giusto. Si deve arrivare alla laurea al massimo un anno dopo le annualità previste, diciamo entro i 25 anni”. Ma purtroppo in questo Paese non sempre è possibile, al di là dei nullafacenti.

Comments

  1. Silvano Pedrini

    ….e per dire queste cazzate, lo pagano pure??….mah….

  2. Marika82

    v’è da tener presente che è un prof della luiss e lì se rimani più di sei mesi fuori corso sei uno scarto umano.fanno giusto un po’ di pressioni psicologiche oltre che economiche perché ciò non avvenga. d’altronde lui a 29 anni era ordinario…quindi dal suo punto di vista ha già concesso tanto.e non voglio fare illazioni di alcuna natura. e cmq laurearsi a 25 anni e poi stare a trenta ancora a casa ad aspettare un lavoro…non è esattamente una figata. basta aspettare e il ministro avrà qualche parola buona pure per gli inoccupati!

  3. Vale

    Vorrei esprimere solidarietà a Ester, che parla di un problema effettivamente enorme: l’incapacità dei professori che ci accompagnano dalle superiori in poi.
    Penso che a tutti sia capitato più di un caso di insegnanti che non meritavano nemmeno di lavorare come bidelli, sia sotto il profilo della “conoscenza” che della “bravura ad insegnare” ma soprattutto della “serietà in sede d’esame”.

    La cosa che mi rattrista è che nessuna in università siano mai nate manifestazioni perché questo cambiasse, perché non si venisse obbligati a comprare il libro del titolare del corso, perché si avesse il diritto di fare l’esame in data dell’appello e non quando al prof fosse venuta voglia di presentarsi, perché il voto fosse dato in base alla qualità dell’esame sostenuto e non facendo una media dei voti precedenti presenti in libretto.

    Queste atrocità esistono perché le greggi pronte ad insultare la Gelmini ( per carità, nulla di sbagliato in questo ! ) o i ministri di turno, fieri di oKKupare gli atenei o gioiosi nel tirare uova o insultare personaggi da loro poco amati ( mi viene in mente l’episodio di Giannino, tanto per stare nel presente ) si rivelano per quel che sono in realtà: persone che hanno il coraggio di agire solo contro chi non li può riconoscere o che comunque non può cambiargli la vita più di tanto.

    Alzate la testa, diamine, e pretendete i vostri diritti: solo così la situazione migliorerà.
    In caso contrario, chi fa quel che vuole continuerà ad occupare i posti di lavoro di neolaureati volenterosi, sia alle medie che alle superiori che in università.
    I VOSTRI posti di lavoro.
    E tutto questo non accade per colpa di leggi o leggine, ma solo perché i vari “capetti” delle facoltà non reputano poi così importante concentrarsi su chi sta più vicino a loro.

    Dall’altra parte però è innegabile che fra le migliaia e migliaia di studenti dell’università ci siano importanti percentuali di fannulloni che contribuiscono ad abbassare la qualità del “servizio” a tutti: a quelli e solo a quelli è ovviamente rivolta la critica di Martone; se poi la si vuole strumentalizzare per contestare il governo Monti, non discuto…inutile cercare di ragionare con i faziosi.
    Nel mio piccolo, conosco più d’uno che passa le giornate vivendo alle spalle dei genitori oziando a casa, fuoricorso di 4-5 anni e senza scuse…non penso di essere l’unico: su, un po’ di onestà signori.

    Unica precisazione: ognuno ha ( o dovrebbe avere ) una coscienza, ed è solo con quella che si deve fare i conti alla sera prima di andare a dormire.
    Se una persona è veramente serena, certe frasi dorebbero avere lo stesso effetto di una brezzolina leggera.

  4. Bryanmcholland

    Capisci che quel termine, “sfigato” se l’è abbondantemente studiato a tavolino le sere prima?

    Dietro quella parola c’è dietro tutta la sua repressione sessuale che ha avuto durante i suoi anni di intenso studio, condizione che ha fatto sì che gli altri lo additassero proprio come “sfigato”, non c’è da merivigliarsi.
    Pur non avendo tempo materiale per dedicarsi alla dolce vita, forse ha fatto valere questa stessa condizione come scusante per non aver la possibilità per potersene effettivamente dedicare, forse perchè era convinto che lui stesso avrebbe avuto poche possibilità di acchiappare pollastrelle qui e là, ma manco avesse avuto 24 ore in più degli altri ogni giorno!

    Ora si, eh, ora si, che può dimenarsi qui e là, ora che ha assunto una posizione autoritaria si che può far valere il principio roteante della sua Cattiata intellecti!

    Che sfigato sarà lui in primis, nel senso che lo era proprio al principio, solo poi ha additato gli altri col suo sermoncino…