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Diritto di critica | November 24, 2024

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Libia: la Nato ammette, "Donne e bambini uccisi per sbaglio" - Diritto di critica

Libia: la Nato ammette, “Donne e bambini uccisi per sbaglio”

Sono gli “effetti collaterali” di una guerra democratica. E come in tutti i conflitti, la morte, le stragi e le sofferenze devono essere messi in conto. Sono vittime delle bombe e dei missili occidentali. Errori delle bombe (quasi) intelligenti che ogni tanto sbagliano. Morti per mano di chi avrebbe dovuto salvarli dalla furia di Gheddafi.

Gli effetti collaterali. Sotto le bombe della Nato in Libia non sono morti solo i soldati del regime. Anche ribelli, bambini, donne e medici che soccorrevano i feriti sono stati uccisi dal fuoco amico. In guerra succede, ma la Nato ha cercato in ogni modo di nascondere il fatto che di errori ce ne sono stati e che centinaia di innocenti sono morti. Sono le vittime della Primavera Araba che l´Occidente ha rifiutato per mesi di vedere. Sono le donne e i bambini uccisi proprio dai bombardamenti degli alleati che erano corsi a salvarli.

Bugie e verità. “A quanto ci risulta, abbiamo concluso le operazioni con molta cura, senza conferma di nessuna vittima civile”, aveva dichiarato Anders Fogh Rasmussen, il segretario generale della Nato il 31 ottobre, al termine ufficiale delle ostilità nel paese nordafricano. Ma, secondo il New York Times ci sono stati vari errori, che fino ad oggi sono stati sottaciuti. Oggi la Nato ammette: “Dagli elementi che avete raccolto sul campo sembra che civili innocenti siano stati uccisi o feriti, malgrado l´attenzione e la precisione”, spiega Oana Lungescu, portavoce dell’Alleanza Atlantica.

L’inchiesta del New York Times. Dopo le denunce di varie associazioni, da Human Rights Watch a Civic, il noto giornale newyorkese ha deciso di occuparsi del caso con un’appurata inchiesta. Poiché sembra che non si tratti di un errore isolato, sotto accusa sono le autorità militari che non avrebbero preso tutti gli accorgimenti (anche tecnologici) per evitare gli “effetti collaterali”. Tanto non c’erano le tv, laggiù. In Afghanistan la Nato, sotto pressione da parte del governo locale, ha adottato negli ultimi anni strategie ed accorgimenti che effettivamente hanno ridotto notevolmente errori come questi. In Libia la questione è differente. L’esecutivo di transizione non sembra affatto intenzionato a sollevare la questione, nonostante l’apertura di un’inchiesta interna.

Le bombe quasi intelligenti. Le bombe intelligenti non sono infallibili. Lo abbiamo imparato nella prima guerra nel Golfo. La tecnologia militare progredisce ma la perfezione è ancora lontana. In almeno un caso, si è trattato di un malfunzionamento dei sistemi direzionali degli ordigni. In molti altri casi la causa sembra dovuta ad errori di intelligence e ad una poca “intelligenza” umanitaria. Infatti, non ha senso colpire un obiettivo due volte nel giro di mezz’ora, mentre i soccorritori intervengono per salvare i feriti. Così sono morti decine di medici ed infermieri, intervenuti tra le macerie di palazzi abbattuti dalla bombe.

Rispetto ad altri conflitti il numero di civili uccisi per mano della Nato è piuttosto ridotto. Soprattutto nulla di minimamente paragonabile alla mattanza irachena o a quella afghana. Ma la favola della guerra senza vittime, rimane appunto una favola. I governi, sempre alla ricerca del consenso popolare, hanno preferito tacere.