E se gli stage fossero solo una perdita di tempo? - Diritto di critica
Lo stage? Nella maggior parte dei casi una “perdita di tempo”. Nella convinzione che i tirocini rappresentino un ottimo trampolino di lancio per inserirsi nel mercato del lavoro sono sempre di più i giovani che dopo gli studi decidono di fare questa esperienza anche gratuitamente. Ma un’indagine dello European Youth Forum mostra come la stragrande maggioranza degli stagisti europei non riesca a proseguire il percorso lavorativo e decida quindi di passare da un tirocinio all’altro sempre pieni di motivazione, a carico dei proprio genitori e in pochi casi venendo assunti.
Lo stage come alternativa alla disoccupazione. La ricerca dello European Youth Forum ha evidenziato come i tirocini si stiano sempre di più trasformando da periodi di formazione, fasi di passaggio tra lo studio ed il lavoro, a soluzioni di ripiego di fronte all’impossibilità di trovare un’occupazione. I dati dell’indagine evidenziano infatti un preoccupante aumento della percentuale di giovani che scelgono di svolgere un periodo di tirocinio in assenza di un’alternativa lavorativa a causa della crisi. Ecco quindi che sempre più Europei hanno curricula costellati da miriadi di stage che servono solo a scrivere qualcosa nella sezione “esperienze di lavoro” ma che di concreto hanno portato poco o nulla. Solamente il 16% degli stagisti europei è riuscito ad essere assunto presso l’azienda in cui ha svolto il tirocinio. I fortunati sono soprattutto i cittadini britannici, il 23% dei quali ha continuato il percorso lavorativo. Solo il 13-15% per quanto riguarda Italia, Francia, Spagna, Belgio e Germania. Fare più di uno stage poi costituisce solo uno svantaggio dato che implica spendere altro tempo e quindi, di conseguenza, un “invecchiamento” del potenziale candidato.
Gli stage gratuiti. Gli stagisti del Vecchio Continente mostrano grande motivazione, flessibilità ed adattabilità sempre più spesso neanche premiata da una retribuzione minima. Il 49% dei tirocini infatti è a titolo gratuito. In questo modo i giovani non possono godere di una propria autonomia. Questo comporta un’inevitabile svantaggio per i ragazzi provenienti da famiglie più povere non in grado di sostenerli economicamente durante il loro periodo di formazione.
Nonostante gli sconfortanti dati, l’entusiasmo degli stagisti non muta. La convinzione che servano ad arricchire il curricula e a fare conoscenze rimane forte. Inoltre, di fronte all’assenza di alternative, all’esperienza lavorativa mai sufficiente per le aziende, il tirocinio sembra costituire l’unica soluzione per generazioni di ragazzi che non vogliono arrendersi.