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Diritto di critica | December 22, 2024

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Della Valle, dal manifesto contro i politici alla condanna per Calciopoli. Ma nessuno ne parla - Diritto di critica

Della Valle, dal manifesto contro i politici alla condanna per Calciopoli. Ma nessuno ne parla

La condanna di ieri per frode sportiva in primo grado a carico, tra gli altri, di Diego Della Valle  (1 anno e 3 mesi) nel processo su Calciopoli è passata quasi inosservata. Tutti i media, infatti, si sono concentrati a captare le dichiarazioni di Luciano Moggi sulla “sentenza già scritta”. La sordina ha coinvolto a tal punto la notizia che a stento sui giornali si capiva quale fosse il capo d’imputazione.

E ad essere condannato (in primo grado, la difesa ha annunciato appello) è stato lo stesso Diego Della Valle che qualche tempo fa aveva acquistato diverse pagine pubblicitarie sui maggiori quotidiani italiani per dire ai politici “Ora basta“.

Lo spettacolo indecente ed irresponsabile  – scriveva Della Valle – che molti di voi stanno dando non è più tollerabile da gran parte degli italiani e questo riguarda una buona parte degli appartenenti a tutti gli schieramenti politici.

Il vostro agire attento solo ai piccoli o grandi interessi personali o di partito, trascurando gli interessi del paese, ci sta portando il disastro e sta danneggiando irrimediabilmente la reputazione dell’Italia nel mondo.

Rendetevi conto che tanti italiani non hanno più nessuna stima e nessuna fiducia in molti di Voi e non hanno più nessuna intenzione di farsi rappresentare da una classe politica che, salvo alcune eccezioni, si è totalmente allontanata dalla realtà delle cose e dai bisogni reali dei cittadini. La grave crisi che ha colpito le economie mondiali, Italia compresa, impone serietà, competenza, buona reputazione, senso dello Stato ed amore per il proprio Paese, per uscire da questo momento molto preoccupante. […]

Tagliente anche la sottolineatura di Dagospia che – con i suoi immancabili grassetti in maiuscolo – ieri ha fatto notare come la condanna del patron di Tod’s sia passata in secondo (se non quarto) piano tra le notizie date da Enrico Mentana, di cui Della Valle è stato testimone di nozze e a cui mise a disposizione villa Brancadoro, a Casette d’ Ete, nei boschi della tenuta marchigiana (di Della Valle), dove si svolse il ricevimento dopo il rito. Non è da meno il Corsera che non fa comparire il nome del suo azionista sulla prima pagina e – come anche Repubblica e Il Fatto – scarica tutto su Moggi.

CHICCO MENTANA – scrive Dagospia – É RIUSCITO AD ASPETTARE LA FINE DEL TELEGIORNALE PER DARE LA NOTIZIA DELLE CONDANNE AL PROCESSO DI NAPOLI PER CALCIOPOLI: PECCATO ABBIA CITATO SOLO MOGGI (5 ANNI E 4 MESI), BERGAMO (3 ANNI E OTTO MESI) E PAIRETTO (UN ANNO E 4 MESI). SI É STRANAMENTE DIMENTICATO DEL SUO CELEBRE TESTIMONE DI NOZZE, TALE DELLA VALLE DIEGO, DI PROFESSIONE “INDIGNATOD’S”, CONDANNATO A UN ANNO E TRE MESI… – 2- “È STATA UNA LEGNATA SPAVENTOSA”. 

C’erano le dimissioni di Berlusconi – si risponderà – già, ma dato che la condanna ha riguardato un industriale che nei mesi scorsi si è platealmente esposto con il manifesto “Ora basta” (e candidato potenziale ad entrare in un governo centrista nel post-Berlusconi), qualche sottolineatura in più forse la sua vicenda l’avrebbe meritata.

Comments

  1. male non fare paura non avere

    nessuna associazione a delinquere ma solo frode sportiva per della valle…informatevi bene…

    • E’ una nota pubblicata da Dagospia, non ad noi. 

      • Max

        mi permetto di osservare pero` che voi l’avete ripresa facendone il centro dell’articolo, quindi non basta dire che e` una nota di Dagospia: voi avete ritenuto che fosse una fonte degna di fiducia, senza andare a cercare altrove. 
        Dite anche che Il fatto non menziona Della Valle, ma guardate qua:
        http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/10/sapevano-tutti-anzi-nessuno/169667/

        Ora, mi sembra che il vostro articolo sia un po’ carente, obiettivamente.

        • Le risponderà il direttore quando possibile. Buona serata

  2. Jerry

    eheheh tutti uguali, se poi si toccano gli Editori!! Ieri il grande Eugenio Scalfari ha incensato il suo Editore dimenticando che è in Svizzera ed è stato condannato in Italia per Evasione Fiscale. (ma repubblica non lo dice) :)