Frondisti, transfughi e voltafaccia: cosa resta della maggioranza - Diritto di critica
“Alessio Bonciani e Ida D’Ippolito. Benvenuti!”, così twittava Roberto Rao, braccio destro di Pier Ferdinando Casini, nell’accogliere i due transfughi del PdL tra le fila dell’UdC. La maggioranza – se i nostri calcoli sono esatti – non c’è più, ferma a quota 314 (o forse meno, 309).
Ma la transumanza dal PdL verso i banchi dell’opposizione, da qui al giorno in cui Silvio Berlusconi metterà la fiducia, potrebbe continuare. Ci sono infatti “gli scontenti”, altrimenti detti “malpancisti”. La truppa di deputati con il vizietto della lettera: prima anonima, poi firmata. Si tratta di Giorgio Stracquadanio, Isabella Bertolini, Roberto Antonione e Giancarlo Pittelli. I quattro hanno firmato la lettera degli scontenti per un nuovo esecutivo. Dichiarazioni di facciata a parte, senza di loro la maggioranza inizia a sentire freddo e scende a – 6 rispetto alla soglia di sopravvivenza di 315 voti (calcolata su un totale di 329 deputati, in quanto il presidente non vota).
E le sorprese non mancherebbero nemmeno tra le fila dei cosiddetti “Responsabili“: Domenico Scilipoti ai microfoni di Radio24 fa sapere che il suo voto non è scontato. Ma la vera incognita è Pippo Gianni, deputato ex UdC adesso nel partito di “Mimmo” che ha dato una percentuale alla sua intenzione di voto: “al 75-80%, voto contro”. Motivo? Poche norme per l’occupazione al Sud.
Ma veniamo ai numeri: il Pd ha 206 deputati, l’IdV 22, Fli 27, l’UdC 37 (considerando i due ultimi transfughi), il Misto 35 (16 votano con l’opposizione, 14 con la maggioranza + 5 frondisti “indipendenti”), Popolo e Territorio (ex Reponsabili) 27+1 incerto (il frondista Antonio Milo), Lega Nord 59, PdL 209+5 frondisti+2 assenti (Alfonso Papa e Pietro Franzoso, malato).
A conti fatti, dunque, la maggioranza potrebbe scendere a 309 deputati. Il tutto, mentre Silvio Berlusconi si trova ad affrontare lo spinoso vertice di Cannes. Quando il gatto non c’è – recita il detto – i topi ballano.