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Diritto di critica | November 22, 2024

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Adelante, Presidenta! L'Argentina conferma la Kirchner - Diritto di critica

Adelante, Presidenta! L’Argentina conferma la Kirchner

di Federica Spurio Pompili

Ce l’ha fatta. Per la seconda volta. Come molti ipotizzavano. Ieri, 23 ottobre 2011, Cristina Kirchner si è riconfermata presidente della Repubblica Argentina con il 53,8% delle preferenze. La Kirchner, classe 1953, conosciuta anche come la Presidenta, assieme al marito Nestor Kirchner, deceduto per un male incurabile nell’autunno del 2010, ha rappresentato la risposta che l’Argentina cercava alla tragica incognita causata dalla crisi del 1999.

La rinascita argentina. Alle elezioni del 2003 il marito di Cristina, Nestor Kirchner, si presentò come candidato della frangia socialdemocratica del partito peronista, il cosiddetto “Frente para la Victoria”, vincendo le elezioni e insediandosi come presidente il 25 maggio del 2003. Quelli che seguirono furono anni in cui la crescita del Pil ebbe ritmi inarrestabili, paragonabili solo a quelli cinesi, mentre i livelli di povertà e di disoccupazione rimasero saldi al 33,5% nel primo caso e scesero a poco più del 10% nel secondo.

Il riconoscimento dei desaparecidos. La presidenza Kirchner fu caratterizzata anche da una forte politica internazionale e di difesa dei diritti umani soprattutto entro i propri confini nazionali, con la denuncia delle atrocità commesse ai danni dei desaparecidos e delle vittime dell’opposizione della Triplice A negli anni della dittatura.

Da marito a moglie. Alle elezioni del 2007 Nestor lasciò il posto a sua moglie Cristina, che aveva costruito con lui le basi della politica interna del Frente para la Victoria. La formula risultò vincente e Cristina venne eletta il 10 dicembre 2007. La sua presidenza ha continuato sulla scia dei diritti umani e sullo sviluppo argentino, non a caso è stato creato da lei stessa un Ministero dedicato esclusivamente alla ricerca scientifica.

Come i Péron. Ben presto divenne impossibile non rivedere nei coniugi Kirchner quello che per l’Argentina anni addietro avevano significato i coniugi Péron. Non è raro incontrare per le strade di Buenos Aires manifesti e slogan di supporto che mostrino insieme le due coppie.

Tante luci, ma anche qualche ombra. In realtà la presidenza di Cristina Kirchner negli ultimi anni non si è stata tutta rose e fiori. Nonostante l’ottima percentuale di preferenze e nonostante l’enorme scarto dal secondo candidato (il socialista Hermes Binner che non riesce ad arrivare a quota 18%) le voci argentine in supporto della Presidenta si fanno sempre più fioche, nonostante le immagini di giubilo di ieri di Plaza de Mayo. All’amministrazione Kirchner viene contestata una forte dose di incompetenza nel gestire i risultati post crisi raggiunti dal 2003 al 2007: la vertiginosa crescita del Pil non si è tradotta con un’equa distribuzione della ricchezza a livello popolare, andando ad aumentare disuguaglianze sociali massicce in un Paese come quello argentino dove la classe media da sempre ha ricoperto un ruolo predominante. L’inflazione è tornata ad essere galoppante, mentre solo la disoccupazione riesce a mantenersi intorno al 7%. Oltretutto, come il politologo argentino Julio Burdman ha avuto modo di sottolineare, tutti i candidati dell’opposizione si collocavano nell’area della sinistra moderata oppure in quella peronista, non manifestandosi quindi come una vera alternativa al Frente Kirchneriano.

E l’opposizione conservatrice si riorganizza. L’unico che avrebbe davvero costituito un’opposizione ideologica di peso e quindi una possibile spina nel fianco per la Kirchner in queste elezioni sarebbe stato Mauricio Macrì, vero esponente della destra borghese porteña (vale a dire della provincia autonoma della città di Buenos Aires), attore politico paragonabile a quello che è Piñera in Cile. Macrì fonda nel 2005 la PRO, Propuesta Republicana, che dal 2010 è un raggruppamento nazionale che al suo interno racchiude “Compromiso para el Cambio” dello stesso Macrì di stampo conservatore, “Recrear para el Crecimiento” di natura liberal-conservatrice e il “Partido Federal” di omonima matrice federalista. La PRO è risultata prima nella provincia di Buenos Aires ed al momento Macrì ricopre il ruolo di capo di governo della città di Buenos Aires. Con saggia mossa politica ha preferito non candidarsi a queste elezioni per scendere in campo tra quattro anni, quando costituzionalmente a Cristina Kirchner sarà impedito di presentarsi alle elezioni per la terza volta.

Adelante altri 4 anni allora Cristina, in bocca al lupo e alla prossima svolta.